Unione Nazionale Consumatori contro il caro benzina, appello al Governo

I prezzi sia dal self service sia servito di benzina, gasolio e degli altri carburanti stanno raggiungendo e sfondando qualunque record di prezzo precedentemente stabilito. Unione Nazionale Consumatori si appella quindi al Governo perché si muova per incidere, nella misura che gli è possibile quindi ovvero su IVA e accise, e mitigare questa situazione che rischia di travolgere milioni di cittadini e famiglie

Caro benzina, una scure sul portafoglio (foto: Unsplash)

La situazione è evidente per tutti. I risultati promettenti nella gestione della pandemia, nonostante la leggera risalita dei contagi, avevano fatto sperare in una più sostanziale ripresa dei consumi. Consumi che contemplano anche gli spostamenti, compresi semplicemente quelli di lavoro o per una giornata fuori porta. Ma la crisi prodotta dalla guerra in Ucraina sta facendo schizzare alle stelle i prezzi di benzina e gasolio.

Da qui l’appello pubblicato sul suo sito ufficiale da parte dell’Unione Nazionale Consumatori che ha calcolato non soltanto gli aumenti da inizio anno ma anche l’aggravio per le famiglie se i prezzi dovessero anche solo rimanere quelli mai visti prima e che sono invece ormai la norma alle pompe di benzina. Nel comunicato si legge per esempio che con l’attuale prezzo della benzina ci sarebbe un esborso maggiore su base annua di 280 euro per il rifornimento, un esborso che per i possessori di auto diesel salirebbe invece a 293 euro.

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Queste le parole di Massimiliano Dona Presidente di UNC “Il Governo continua il suo lungo letargo sul caro carburanti, facendo finta di niente, così da poter incassare in silenzio milioni aggiuntivi grazie all’Iva. Ma ora con la guerra in Ucraina o si sveglia e frena il decollo dei prezzi dovuto ai beni energetici o l’inflazione travolgerà le famiglie e il loro potere d’acquisto“.

La preoccupazione di Unione Nazionale Consumatori è purtroppo una preoccupazione ormai molto diffusa anche tra i cittadini. L’associazione chiede che, per mitigare questa situazione che rischia di esplodere ci in faccia, vengano ridotte le accise di almeno 30 centesimi per poter così riportare i prezzi a livelli più gestibili dai bilanci familiari già fortemente compromessi dalla situazione della pandemia prima e adesso dai rincari delle materie prime e dei servizi dovuti alla guerra in Ucraina.

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