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Tariffe

Denuncia Altroconsumo, in Italia aumenti della bolletta dell’acqua dal 10% al 20%

Da Altroconsumo arriva un Focus sulle bollette di una utenza che ultimamente, a causa soprattutto dei rincari del gas della luce, guardiamo Forse con minore attenzione: l’acqua. secondo un’indagine negli ultimi 4 anni ilMeteo le bollette sono aumentate del 10% Ma ci sono anche zone di Italia in cui gli aumenti hanno superato il 20%

Acqua del rubinetto (foto: pexels)

Ci sono infatti zone come L’Aquila, Trieste, Cagliari e Potenza dove l’acqua ha visto il proprio prezzo lievitare mentre invece, in fondo alla classifica ci sono le città di Bologna e Milano dove la tariffa per l’acqua potabile risulta invece diminuita. Facendo un rapido calcolo su una delle città in cui l’acqua costa meno, Milano, nel 2021 la famiglia media ha speso solo 140 euro. Ma ci sono invece capoluoghi in cui la bolletta è anche sette volte tanto. Stiamo parlando di Frosinone dove la spesa annua per il 2021 è stata infatti pari a 779 euro di media.

E al caro bolletta si aggiunge anche una vera e propria beffa per i cittadini del frosinate  (e purtroppo non solo per loro) che si ritrovano con un impianto idrico fatiscente in cui addirittura l’80% del volume d’acqua che attraversa la rete idrica del capoluogo finisce dispersa.

Con la crisi idrica che avanza a causa dei cambiamenti climatici, si tratta davvero di uno spreco di risorse che non possiamo permetterci. In media in Italia le dispersioni dovute alle condutture vecchie e ai sistemi non aggiornati è pari al 42% del volume totale di acqua che viene immesso nella rete idrica nazionale.

Una percentuale più bassa rispetto al picco della zona di Frosinone ma comunque una quantità di acqua pari circa a 156 litri al giorno per ogni abitante del nostro Paese. Di nuovo una quantità di acqua che viene dispersa, e che comunque poi in un modo o nell’altro i cittadini pagano ai gestori, che potrebbe essere utilizzata e quindi anche ridurre quelle situazioni di disagio che in alcune zone del nostro Paese caratterizzano soprattutto i mesi estivi con il razionamento dell’acqua e le chiusure programmate delle pompe.

Nell’inchiesta pubblicata dalla rivista Altroconsumo c’è anche un intervento di Silvia Meniconi, insegnante di Idraulica presso l’Università degli Studi di Perugia, che inserisce un’ulteriore variabile nel discorso dell’acqua e delle perdite: Il PNRR.

Meniconi infatti ricorda come nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci siano 900 milioni proprio per il miglioramento delle reti idriche ma sottolinea come anche se sembri di per sé una cifra ingente “in realtà, per il tipo di infrastruttura e per le condizioni in cui versa, non è così“. Anche perché nonostante i piccoli passi avanti, prosegue la professoressa, il contesto in cui occorre fare i lavori per adeguare le condutture e gli impianti è molto complesso.

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Si tratterebbe infatti di scavare, spesso al centro delle strade o sotto i condomini, chilometri e chilometri di tubature districandosi anche tra tubature del gas, della corrente, della fibra ottica, delle fogne. Sotto i nostri piedi si trova un groviglio che emerge solo quando a seguito di perdite che emergono in superficie una parte di conduttura viene sostituita. Ma queste sostituzioni fatte in emergenza, e lo raccontano gli stessi tecnici che di acqua si occupano, generano rotture in altri punti delle stesse condutture proprio a causa della vetustà degli impianti in generale.

La speranza è che i 900 milioni previsti dal PNRR possano in qualche modo attivare dei percorsi per migliorare la rete idrica nazionale e ridurre gli sprechi a monte, ovvero dove il cittadino anche più virtuoso non può intervenire.

Pubblicato da
Valeria Poropat