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Diritti

Riconoscimento facciale, Garante Privacy multa Clearview e vieta uso dati biometrici

Prepotentemente torna alla ribalta la questione del riconoscimento facciale e della raccolta dei dati biometrici con il Garante della Privacy che ha sanzionato la società americana Clearview AI, colpevole di aver monitorato anche cittadini presenti sul suolo italiano

Riconoscimento facciale (foto: Pexels)

La questione riguarda la tecnologia che la società americana Clearview AI utilizza per effettuare ricerche: un database che dichiaratamente conterrebbe oltre 10 miliardi di immagini di volti di persone raccolti attraverso tecniche di web scraping.

In buona sostanza questa società ha sviluppato un sistema per estrapolare da tutte le fonti web pubbliche le immagini catalogando tutti gli esseri umani presenti, sulla base dei dati biometrici aggiungendo poi anche informazioni contenute nelle immagini e nei video esaminati come per esempio la posizione geografica nel momento in cui la foto è stata scattata o il video è stato girato.

Il Garante della Privacy si è mosso dopo aver ricevuto una serie di reclami e segnalazioni ed è emerso dalle indagini che la società, che lavora quindi nell’ambito anche del riconoscimento facciale, è riuscita a tracciare cittadini italiani o cittadini stranieri ma presenti sul territorio italiano. I risultati delle indagini hanno stabilito che non c’è una base giuridica adeguata per il trattamento dei dati biometrici e per quelli di geolocalizzazione. A questo si aggiungono le infrazioni ai principi base di quello che è il regolamento che gestisce proprio la privacy, il GDPR, tra questi gli obblighi di trasparenza, la limitazione delle finalità del trattamento dei dati, di limitazione della conservazione.

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Oltre quindi alla sanzione da 20 milioni di euro, il Garante per la Privacy ha anche imposto alla società di cancellare i dati di tutte le persone che si trovano in Italia e di terminare ogni ulteriore raccolta e tracciamento con i sistemi di riconoscimento facciale. Come si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale del Garante, con questo provvedimento si ribadiscono innanzitutto tre principi: quello della libertà, quello della tutela della riservatezza e il diritto a non essere discriminati.

Oltre alla sanzione tra i provvedimenti che il Garante ha espresso nei confronti di Clearview AI c’è anche la necessità di individuare all’interno del territorio dell’Unione Europea un rappresentante che possa interfacciarsi con quanti sono stati coinvolti nella raccolta di questi dati biometrici e quindi sono stati coinvolti anche nelle attività di riconoscimento facciale per permettere ai cittadini di esercitare i propri diritti come stabiliti di nuovo dal GDPR.

Pubblicato da
Valeria Poropat