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Salute

Intelligenza artificiale al servizio dei pazienti neurologici

Dalla collaborazione tra l’ospedale fondazione Santa Lucia e l’azienda italiana Oversonic nasce il primo robot che può aiutare pazienti neurologici e medici nel percorso della riabilitazione

Intelligenza artificiale e riabilitazione neurologica (fotyo: pexels)

Al centro di questa collaborazione c’è infatti un robot umanoide chiamato RoBee, dotato di una intelligenza artificiale che al contatto con medici e pazienti potrà imparare tantissimo. In totale nel progetto sono coinvolte 24 persone tra ingegneri di Oversonic ed esperti della fondazione Santa Lucia e lo scopo è quello di trasformare RoBee in una sorta di vero e proprio membro del team che si occupa dei malati neurologici.

Come spiega bene Fabio Puglia, il presidente di Oversonic, questo robot umanoide potrà apprendere comportamenti e avere autonomia di movimento grazie all’utilizzo del linguaggio, dei gesti e delle espressioni facciali.

Ovviamente il percorso di RoBee è appena cominciato ma quello che verrà messo in grado di fare, durante la sperimentazione, ha dell’incredibile. Grazie alla sua presenza e a ciò che RoBee sarà in grado di imparare, le persone colpite da ictus cerebrale avranno uno strumento in più per portare a termine la loro neuroriabilitazione.

Parte della sperimentazione sarà invece dedicata all’analisi, tramite metodi assolutamente non invasivi, di ciò che accade nel cervello umano nel momento in cui si relaziona con un robot umanoide. Questa parte della sperimentazione ha lo scopo poi di migliorare l’intelligenza artificiale di cui dispone RoBee per renderlo così un comagno di percorso sempre più efficace e sempre meno alieno per i pazienti.

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Con questo esperimento condotto direttamente su pazienti reali, stiamo effettivamente muovendo i primi passi verso un futuro in cui la medicina potrà sempre di più fare affidamento anche su componenti non umani.

Il direttore scientifico del Santa Lucia IRCCS, il professor Carlo Caltagirone così si esprime riguardo il progetto e riguardo quello che può essere uno degli aspetti che potranno essere studiati in modo approfondito grazie alla presenza in reparto di Robee: “La capacità della robotica di diventare un supporto concreto per alcune figure professionali, in particolare dei logopedisti e neuropsicologi che si occupano di neuroriabilitazione cognitiva“.

Pubblicato da
Valeria Poropat