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Salute

Pfizer, il contratto con lo Stato è off limits per i cittadini

Ci vorrà ancora molto prima che i dettagli del contratto tra Pfizer e Stato italiano siano pubblici, e forse è un eufemismo. Perché?

Paxlovid (Foto RaiNews)

Siamo giunti alla terza dose di vaccino; ci affacciamo alla quarta dose. Da quando, il 27 dicembre 2020, ha preso avvio la campagna vaccinale Covid-19, abbiamo assistito a un dibattito a tratti incandescente tra i sostenitori della misura preventiva e i relativi detrattori, in talune occasioni ridotto in termini approssimativi presso arene di basso livello.

Una normale dualità di visioni e opinioni, da un lato, produce sia meriti che demeriti dall’una e dall’altra parte, ma entrambi le parti concorrono in ogni caso, benemeritamente, alla prova del pensiero critico. È parte – per dirla più esplicitamente – dell’esercizio democratico, dove, anche di fronte al rischio di barricate opinionali, il dissenso è costruttivo alla regolarità dell’azione data dal consenso, quando il primo è legittimato dalla trasparenza di quest’ultimo.

Un esercizio in senso bilaterale che non eccettua le istituzioni e nelle nebbie della parzialità degli elementi a disposizione non può che nascere il dubbio. È quanto si scorge dalla vicenda che ha coinvolto Altreconomia, la quale ha presentato, a fine gennaio, un’istanza di accesso civico per conoscere i dettagli del contratto relativo alla fornitura nel 2022 di 600mila trattamenti dell’antivirale Paxlovid. Il contratto è stato stipulato il 27 gennaio scorso tra loStato italiano e la casa farmaceutica Pfizer.

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All’istanza ha fatto seguito il diniego, datato 8 marzo 2022, del commissario straordinario Figliuolo, comunicando l’opposizione alla divulgazione richiamata dalla multinazionale farmaceutica alla stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Il contratto sottoscritto tra la scrivente azienda e codesta spettabile struttura commissariale riguarda un farmaco autorizzato per la cura del Covid-19 e oggetto di tutela brevettuale e contiene numerose clausole che costituiscono segreti commerciali […]”.

Il gen. Figliuolo chiarisce che il contratto è “definito nella sua interezza come confidenziale ed è soggetto a una specifica clausola di riservatezza che vincola le parti a non divulgare a terzi il contenuto dell’accordo raggiunto”. In effetti si tratta di una scarsa trasparenza – o in altre parole, una certa segretezza – riservata già ai tempi delle forniture dei vaccini Cominarty (per la Pfizer-BioNTech) sottoposte alle clausole tutt’altro che verificabili dei contratti multimilionari.

Il Paxlovid (PF-07321332/ritonavir), uno dei due antivirali orali finora autorizzati in Italia, verrebbe stimato a 666 euro per ogni ciclo di trattamento, nel novero di una prima fornitura dal valore approssimativo di 400 milioni di euro.

Pubblicato da
Roberto Alciati