Il prezzo dei carburanti, ed in particolare quello del diesel continua ad aumentare giorno dopo giorni: i costi oggi
La corsa in salita del prezzo del carburante sembra non fermarsi più in Italia. Autotrasportatori ed automobilisti sono ormai allo stremo e, tra una minacci di sciopero e l’altra, il governo Draghi sta cercando di porre rimedio a questo incremento dichiarato illegittimo dal ministro Cingolani.
Le quotazioni dei prodotti petroliferi in Mediterraneo avevano chiuso in rialzo lo scorso venerdì ma nonostante ciò, i prezzi della benzina e del diesel sono rimasti invariati a causa del crollo delle quotazioni che era avvenuto due settimane prima. Orami i prezzi del carburante sono alle stelle e il diesel è arrivato a superare anche la benzina.
Quotidiano Energia rende noto che la media nazionale del diesel arriva a superare la benzina, portandosi oltre i 2,3 euro al litro in modalità servito e i 2,2 in modalità self. Anche metano e gpl fanno registrare una crescita costante. Anche Osservaprezzi carburanti del Mise riporta che il prezzo medio nazionale del diesel, sempre in modalità self, s’incrementa fino a toccare i 2,220 euro per litro, coi vari marchi che propongono ai clienti costi compresi tra 2,197 e 2,252 euro per litro.
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Le cose peggiorano con il “servito”. Sempre per quanto riguarda il diesel la media nazionale, servita dal benzinaio, si assesta sui 2,333 euro per litro. I marchi principali espongono ai propri clienti costi compresi tra 2,280 e 2,399 euro per litro (no logo 2,261). In aumento, infine, anche il costo di Gpl e metano.
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L’aumento del prezzo del carburante non è dovuto solo al conflitto da Russia ed Ucraina e al conseguente aumento delle materie prime. Negli ultimi giorni, come afferma il presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis, c’è stata una vera e propria speculazione inaccettabile da parte di chi fissa i prezzi al dettaglio dei carburanti”, denuncia il presidente di Confindustria Brindisi Gabriele Menotti Lippolis.
Il prezzo del carburante che paghiamo noi oggi è stato fissato, infatti, almeno un mese fa, quando i prezzi del petrolio erano più bassi di circa il 40%. Lo stesso ministro della Transizione Ecologica Cingolani ha definito gli aumenti una “colossale truffa ai danni di imprese e famiglie su cui guadagnano in pochi”.