Legambiente fa direttamente un appello al Governo perché il nostro Paese riesca ad affrancarsi dal gas russo oggetto, secondo l’associazione ambientalista, di un vero e proprio ricatto
Nel comunicato stampa che contiene quello che è un vero e proprio appello perché si acceleri finalmente sulle rinnovabili senza ulteriori ritardi e indugi, Legambiente fa in pratica i conti in tasca non sono al Governo attuale ma anche ai governi precedenti.
Nel comunicato si legge infatti che se avessimo continuato a lavorare nell’ambito delle energie rinnovabili, in particolare il solare e l’eolico, come avevamo cominciato a fare tra il 2010 e 2013 aumentando di circa 5900 MW l’anno la nostra produzione avremmo potuto tagliare del 70% il nostro fabbisogno di gas russo. Le cifre che l’associazione ambientalista snocciola fanno decisamente riflettere.
In particolare perché se in otto anni avessimo installato 50.000 MW di potenza saremo oggi in grado di avere oltre o 90TWh l’anno. “Quanto gas occorre per produrre 90 TWh/anno di energia elettrica? Ne occorrono 20 miliardi di metri cubi“.
Il 2013 è stato l’ultimo grande anno recente per le rinnovabili, da quel momento in poi sono stati progressivamente tagliati gli incentivi riducendo le installazioni a 1 solo giga watt l’anno contro i quasi sei del triennio che ormai possiamo considerare il nostro triennio d’oro. Ed è proprio a partire da questi numeri che Legambiente lancia il proprio appello al Governo Draghi.
Queste le parole di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, “È ora di dire basta a ogni forma di ricatto energetico e di dipendenza dalle fonti fossili, l’Italia del sole e del vento velocizzi la transizione verso le rinnovabili decuplicandone la velocità di sviluppo, spingendo sull’autoproduzione energetica, semplificando gli iter autorizzativi, aggiornando la normativa e mettendo al centro i territori“.
Nella sua dichiarazione, il presidente nazionale dell’associazione ambientalista ricorda inoltre che se si riuscisse ad attuare quello che è stato proposto da Elettricità Futura di Confindustria in tre anni riusciremo ad avere 60 giga watt di energia rinnovabile riuscendo quindi a tagliare del 30% le bollette. Ma il numero che fa veramente scorrere un brivido lungo la schiena è un altro: 7%.
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Sempre Ciafani conclude infatti dicendo che se riuscissimo a mettere in campo le risorse delle rinnovabili in maniera seria, la nostra dipendenza dal gas russo scenderebbe al solo 7%, una “quantità su cui è facile trovare soluzioni alternative“. Le bollette impazzite potrebbero quindi trasformarsi rapidamente in un brutto ricordo con in più la consapevolezza che la nostra elettricità non sta intossicando il pianeta.