Censis: per gli italiani il lavoro è sempre più precario e fonte di stress

In occasione della presentazione del quinto rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale è stato fatto il punto su quello che è ora il rapporto tra italiani e lavoro, un rapporto che diventa sempre più travagliato

smart working (foto Unsplash)

Nell’immaginario collettivo il lavoro dovrebbe essere una delle poche sicurezze ma, stando ai numeri raccolti dal Censis, 8 lavoratori italiani su 10 sono insoddisfatti della propria attuale posizione ma quasi 6 su 10 comunque non la abbandonerebbero per cercare qualcosa di più appagante. Guardando ai dati sulle dimissioni volontarie del 2021 si nota infatti un incremento di quasi il 30% rispetto al 2020 ma occorre tenere conto che invece nel 2020 si è avuto un -18% rispetto al 2019.

In generale quello che fa più paura agli italiani è infatti la precarietà del mondo del lavoro ed è per questo che anche se tanti si lamentano soprattutto della retribuzione sono pochi poi quelli che tentano il grande salto. E parlando prorio delle retribuzioni c’è da notare che al netto dell’inflazione le retribuzioni medie annue lorde in Italia hanno fatto segnare un -3,6%.

Nel rapporto si sottolinea come invece per esempio altri Paesi come Germania e Francia abbiamo incrementato entrambe di oltre il 17% la retribuzione dei lavoratori. E gli ultimi due anni hanno fatto registrare anche un aumento dei livelli di stress legati proprio al lavoro quotidiano. Difficile è stato l’utilizzo dei dispositivi digitali e il rapporto con lo smart working.

Queste le percentuali dei lavoratori soddisfatti e non soddisfatti proprio dello smart working: il 25,1% non ha apprezzato, il 32,9% soddisfatto e vorrebbe proseguire, il 42% vorrebbe invece una soluzione ibrida.

Queste percentuali dimostrano come ci sia la voglia di cambiare qualcosa nella propria routine di lavoro ma che probabilmente le dinamiche lavorative e quelle familiari non sono ancora pronte a gestire una situazione di lavoro agile sul lungo periodo. Dalla parte delle aziende si registra invece un aumento dell’utilizzo degli strumenti di welfare aziendale, qualcosa che oltre il 86% dei lavoratori vorrebbe in particolare per la sanità e l’assistenza ai figli.

Leggi anche: “Basta con i volti disperati dei bambini in TV, sui giornali e sui social!”: il monito del GPDP

Leggi anche: Rincaro materie prime, cosa si cela dietro il sottocosto dei supermercati

In generale i lavoratori italiani chiedono alle aziende stipendi più alti e più assistenza per gestire anche la vita familiare. Come sottolinea il comunicato stampa che accompagna i dati del Censis, riuscire ad avere servizi di welfare aziendale tagliati su misura sui bisogni dei lavoratori può essere un modo per migliorare il rapporto con l’azienda, andando a creare quel sistema di riconoscimento dell’impegno che il lavoratore ci mette e che non può limitarsi alla busta paga a fine mese.

Gestione cookie