L’aumento del prezzo dei carburanti sta spingendo gli italiani a trovare delle soluzioni molto più economiche ma spesso illegali
Il 2022 non è iniziato affatto bene per le tasche degli italiani che in pochi mesi hanno dovuto fare i conti con l‘inflazione, con l’aumento delle bollette di luce e gas e con il caro benzina. La guerra tra Russia ed Ucraina ha poi peggiorato le cose, facendo alzare ancora di più il prezzo delle materie prima che il nostro Paese importa.
Per quanto riguarda il caro benzina, nei giorni scorsi il governo ha varato un piano di aiuti contenuto nel Dl Energia: il prezzo del carburante sarà tagliato di 25 centesimi e sarà reintrodotta l’accisa mobile. Nonostante l’intervento, però, molte persone hanno deciso di trovare soluzioni alternative per risparmiare sul carburante.
Nei giorni scorsi il prezzo del diesel ha superato quello della benzina, cosa che in Italia non era mai successa. Per aggirare il caro benzina molte persone hanno iniziato a cercare su internet dei metodi per evitare di pagare così tanto il carburante. Alcuni metodi, legali, riguardano come ridurre il consumo di carburante: quale velocità adottare, come utilizzare le marce, i percorsi da preferire per evitare traffico, la pressione degli pneumatici.
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C’è poi chi consiglia di trasformare la propria auto a benzina o diesel in un’auto elettrica attraverso l’acquisto di un apposito kit. Infine su internet circola un altro metodo per risparmiare sull’acquisto del diesel ma ci teniamo subito a sottolineare che è illegale: l’olio di colza. Questo olio può essere sostituito al gasolio ed ecco perché, nei giorni scorsi, in molti supermercati l’olio è risultato introvabile.
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Questo metodo, però, pur funzionando inizialmente, non solo rovina i motori, soprattutto quelli di ultima generazione, ma appunto non è legale. Chi fa il pieno con l’olio di colza compie un reato di truffa ai danni dello Stato perché evade le imposte sui carburanti. Stesso reato per chi usa il diesel agricolo su mezzi non agricoli come le autovetture, come riportato all’articolo 40 del Testo unico sulle accise. Chi viene beccato a compiere questi reati dovrà scontare una pena fino a tre anni di reclusione ed una multa minima di 7.746 euro.