Aderire al programma Reddito di Cittadinanza implica anche far parte di incentivi alla ricollocazione lavorativa
Il Reddito di Cittadinanza è stato introdotto nel 2018. Dopo quasi 4 anni sono iniziati i primi rinnovi, che sulla carta dovevano partire dopo 18 mesi. Cosa significa questo in termini occupazionali? Che dopo oltre tre anni molti cittadini sono ancora dipendenti dal Reddito di Cittadinanza e non hanno trovato lavoro.
E’ vero, gli ultimi due anni sono stati assorbiti pesantemente dalla pandemia e dalla crisi economica, per cui il tasso di disoccupazione è cresciuto, ma si sa che in Italia purtroppo le politiche attive pubbliche non sono così efficienti.
Infatti, anche se in molti non lo sanno, quando si firma l’accettazione del Reddito di Cittadinanza, contemporaneamente si sottoscrive una messa in disponiblità lavorativa immediata ed anche l’adesione a programmi per migliorare il curriculum, e le proprie abilità in vista di un colloquio di lavoro. E questo è compito delle politiche attive pubbliche, che fanno capo ai Centri per l’impiego.
Reddito di Cittadinanza, dove sono stati assegnati posti di lavoro
Di conseguenza si può asserire senza troppo indugio che fino ad ora la ricollocazione non è stata uno strumento così efficiente. Ma apprendiamo con piacere che non è così da tutte le parti. Il comune di Messina ha aperto le domande per 75 posti per un corso di formazione retribuito, destinato esclusivamente ai percettori del Reddito di Cittadinanza.
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Il tirocinio, che si svolgerà tra enti pubblici, privati ed enti del terzo settore, comprenderà un compenso di 600 euro al mese.
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Dopo aver fatto la domanda, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza dovranno attendere che sia stilata una graduatoria. Requisiti preferenziali sono determinati dal reddito, quindi dall’Isee, dal numero di figli a carico e dalla condizione personale, come età e tempo di disoccupazione.