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Tari, novità per i contribuenti: come non pagarla integralmente

La Corte di Cassazione, con apposita sentenza, ha stabilito che in caso specifico la Tari non dovrà essere pagata integralmente

Tari (Foto Adobe)

Sono in arrivo delle buone notizie per i contribuenti italiani per quanto riguarda la tassa urbana sui rifiuti (Tari). Una sentenza della Corte di Cassazione dello scorso 23 febbraio ha stabilito che il cittadino dovrà pagare in maniera ridotta la tassa se gli il servizio non viene svolto in maniera regolare.

Inoltre il cittadino sarà esentato dal pagamento della Tari se il servizio non viene svolto o se l’azienda che se ne occupa è costretta a chiedere un servizio sostitutivo privato. In parole povere quello che i giudici hanno stabilito è che se c’è una riduzione tecnica del servizio di raccolta rifiuti è giusto che si sia una diminuzione del costo da pagare.

Tari, la sentenza della Cassazione che cambia tutto

Tari (Foto Adobe)

Le novità però non finiscono qui dal momento che la Corte Suprema ha poi parlato di tariffe al ribasso del 20-40% come “riduzioni obbligatorie e che, al verificarsi delle indicate situazioni oggettive che vanno a incidere sul presupposto impositivo, spettino ope legis”, cioè per opera della legge. L’agevolazione sulla Tari, in questo caso, sarà a prescindere dal regolamento comunale.

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La Cassazione ha stabilito anche che ci sia uno sconto del 40% se il servizio di raccolta rifiuti non viene svolto con una percentuale di riduzione che varia in base alla distanza dal punto di raccolta più vicino. Se il raccolto viene svolto a un chilometro da casa, ci sono meno giustificazione che se i rifiuti vengono smistati a 100 chilometri di distanza.

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Ovviamente per avere sconti ed agevolazioni il cittadino dovrà dimostrare una precisa responsabilità dell’amministrazione comunale nello svolgimento di questo compito. Dal canto loro i comuni dovranno essere più efficienti per evitare di fornire singole prestazioni a ogni contribuente. Come viene più volte sottolineato nella sentenza della Cassazione, “compete al contribuente fornire la prova delle condizioni per usufruire delle riduzioni”.

Pubblicato da
Ramona Buonocore