Giornata mondiale dell’acqua, sprechiamo ancora troppo

In occasione della Giornata Mondiale dell’acqua di quest’anno è stato reso noto il dato relativo agli sprechi nel Blue Book 2022. Quello che emerge è che investiamo troppo poco nelle reti idriche ancora e che siamo riusciti a perderci un miliardo di metri cubi d’acqua nei grandi comuni nel solo 2020

Consumo idrico (foto: pexels)

Ogni anno il Blue Book di Fondazione Utilitatis realizzato in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e Istat ci fornisce una immagine riguardo il rapporto non solo dei privati cittadini con l’acqua ma anche quello delle Amministrazioni comunali e nazionali. Guardando gli ultimi dati, qualcosa si muove, come sottolineato anche da Stefano Pareglio presidente della fondazione Utilitatis. Ma, prosegue sempre Pareglio, c’è ancora tanta strada da fare rispetto ai Paesi europei.

Per esempio, per quello che riguarda il consumo procapite, siamo oltre la media degli altri Paesi. Secondo i dati dell’Istat infatti nei 109 comuni che sono capoluogo di provincia e nelle città metropolitane nel solo 2020 ogni cittadino ha consumato 236 litri di acqua al giorno. E il nostro paese ha un indice Water Exploitation Index pari al 16%, in linea con la media europea ma sicuramente più alto di molti altri Paesi.

Abbiamo quindi un indice di stress idrico medio. Questo però non toglie che occorre ovviamente andare a lavorare sulle reti idriche per evitare che i cambiamenti climatici, e le conseguenze sull’acqua dei cambiamenti climatici, si riversino poi sui cittadini. Occorre spingere sugli investimenti.

La media europea è di circa 100 euro di investimenti per ogni abitante mentre in Italia siamo fermi a meno di 50 euro per abitante. Maggiori investimenti sono indispensabili per migliorare la rete idrica da cui, sempre guardando il dato medio nazionale, perdiamo il 40% dell’acqua che scorre.

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Tra le informazioni che il Blue Book di quest’anno ha diffuso ci sono poi quelle relative alle procedure di infrazione mosse dall’Unione Europea riguardo la depurazione dell’acqua. Al momento sono coinvolti da procedure di infrazione 939 agglomerati urbani, in totale 29,7 milioni di cittadini italiani, e oltre il 70% di queste procedure sono a carico di comuni del Mezzogiorno.

Per poter migliorare la situazione dell’acqua nel nostro Paese, fa notare per esempio Michaela Castelli presidente di Utilitalia, si può fare affidamento sul PNRR. Castelli ha infatti dichiarato “Il PNRR rappresenta una grande occasione: l’impegno messo in campo in questi mesi dal governo per una gestione più efficiente della risorsa idrica è di fondamentale importanza“, in ballo ci sono, prosegue Castelli, investimenti significativi con cui si potrà “colmare il divario infrastrutturale del Sud” e allo stesso tempo “rendere le reti più resilienti di fronte agli effetti della crisi climatica“.

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