Uno studio pubblicato con il titolo “Increasing the Accuracy and Resolution of Precipitation Forecasts Using Deep Generative Models” dimostra come possa diventare possibile aiutarsi attraverso l’intelligenza artificiale a prevedere anche gli eventi climatici estremi
Quello che è stato pubblicato è sicuramente uno studio destinato ad aprire nuovi scenari nell’utilizzo del machine learning e dell’intelligenza artificiale anche per combattere le conseguenze dei cambiamenti climatici. Come si legge nell’introduzione dello studio presente sul sito della Cornell University, la “previsione accurata degli episodi di pioggia estremi è notoriamente difficile ma è anche ancora più fondamentale per la società dato che i cambiamenti climatici aumentano la frequenza di questi episodi estremi”.
Il passo avanti di ClimateAI viene dal fatto che viene utilizzata proprio l’intelligenza artificiale e in particolare un modello denominato GAN: Generative Adversarial Network, o rete generativa avversaria.
Si tratta di una tecnologia che viene al momento utilizzata per esempio per realizzare i volti realistici attraverso i prodotti NVIDIA e sfrutta la creazione di due reti neurali addestrate in maniera competitiva per avere nuovi dati a partire dai dati che vengono immessi. Si tratta di un sistema in cui in pratica le due reti neurali vengono messe l’una contro l’altra e in un certo senso si sfidano vicendevolmente.
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Sempre nell’introduzione al paper pubblicato da Ilan Price e Stephan Rasp viene per esempio sottolineato come si tratti di un sistema meno costoso e più preciso di quelli attualmente in circolazione. Nello specifico il modello è stato addestrato per produrre a partire dalle osservazioni radar un modello per tutti gli Stati Uniti continentali che è poi stato rapidamente ridotto a livello regionale e locale.
Una intelligenza artificiale addestrata in questo modo può essere poi utilizzata anche per avere previsioni su zone che non hanno i mezzi per effettuare misurazioni particolareggiate. E questi sistemi estremamente meno costosi di quelli attualmente disponibili per effettuare le previsioni atmosferiche possono quindi essere utilizzati anche per prevedere i fenomeni estremi e lanciare per tempo eventuali allarmi alla popolazione. La novità rispetto ai sistemi utilizzati tutt’ora è infatti quella di riuscire ad avere previsioni zona per zona e quindi su scala più piccola e puntuale.