La questione non è semplice. Ci sono altri fattori, oltre allo stipendio che possono giocare a favore o meno dell’ottenimento di un mutuo
Acquistare una casa è uno dei primi progetti a cui si pensa quando si inizia una vita da adulti. Il mercato del lavoro nei decenni è mutato, e di conseguenza sono mutate anche le richieste delle banche per accendere un mutuo. Ma nonostante la maggior flessibilità, la banca non assume alcun rischio sul prestito, per cui richiederà numerose garanzie che non si rischi di diventare insolventi.
Lo stipendio è uno dei fattori che contribuisce maggiormente a determinare il sì o il no della banca. Ovviamente se si è disoccupati sarà molto improbabile ottenere un mutuo, a meno che non si posseggano numerosi immobili da ipotecare. Se si ha uno stipendio si offrono maggiori garanzie, ma a quanto deve ammontare la busta paga di un lavoratore per poter ottenere un mutuo?
Non è semplice determinare un tetto minimo di busta paga per accendere un mutuo. Innanzitutto dipende da quanti soldi vengono chiesti in prestito. Infatti la rata del mutuo non può superare il 30-35% dello stipendio di un lavoratore. Quindi, ad esempio, se si ha una busta paga da 600 euro è improbabile trovare una banca che accetti una rata da 200 euro mensili.
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Se invece si possiede uno stipendio da 1.500 euro mensili per 13 mensilità le probabilità aumentano. Dipende sempre però quanto si chiede di prestito. Inoltre anche la tipologia di lavoro è un requisito essenziale.
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La busta paga deve essere da contratto a tempo indeterminato da dipendente, o si deve essere un autonomo con un fatturato fisso più che accettabile. In caso contrario la banca non accetterà il rischio di fare un prestito, come ad esempio nel caso di lavoro occasionale o precario. In alcuni casi, oltre la busta paga, l’istituto di credito può richiedere un’altra firma come garante o un’ipoteca su un immobile.