Amara sorpresa per molti proprietari di conti correnti con l’arrivo di aprile. Ecco perché si sono ritrovati o si ritroveranno meno soldi
Il conto corrente bancario è ormai un domicilio finanziario per gli italiani. Sono rimasti infatti in pochi coloro che non hanno un conto in banca. Ma i conti correnti oltre ai tassi d’interesse, che per giunta ad oggi sono bassissimi o addirittura in negativo, comportano anche delle spese. Queste sono definite in parte contrattualmente, dipendentemente dal tipo di conto che si apre con la banca. Ad esempio le spese di commissione per le transazioni sia fisiche che online. Oppure i costi degli invii trimestrali dei movimenti del conto corrente, anche se ormai si fa tutto online.
Ma esistono anche dei Tributi pubblici imposti, come ad esempio quello introdotto nel 2011 con il Decreto Salva Italia. Stiamo parlando dell’imposta di bollo, che viene applicata in automatico dalle banche, e sottratta dai conti correnti bancari.
La cifra che viene sottratta dal conto corrente equivale a 32,40 euro annuali per le persone fisiche, e 100 euro per gli altri. Generalmente viene addebitato trimestralmente, in rate da 8,55 euro. L’imposta di bollo è dovuta per tutti i conti correnti con deposito liquido superiore ai 5.000 euro.
Leggi anche: INPS, chi ha la NASPI può richiedere l’assegno unico?
In alcuni casi il legislatore stabilisce che si è esenti dal pagamento del tributo. Ad esempio i titolari di conto con reddito basso, con Isee inferiore a 7.500 euro. Per tutti gli altri si possono trovare dei modi per non pagare il tributo. Il primo può essere considerato un “trucchetto”, legale ma non propriamente corretto. Si tratta di versare parte delle liquidità in un conto a nome di una terza persona.
Leggi anche: Imu, ecco quanto si paga per la seconda casa
In questo modo, pur possedendo il denaro, si può spalmare in vari conti che non superino la cifra che fa scattare il tributo. In alternativa si può scegliere un istituto di credito che si faccia carico dell’imposta. Molte banche online, che hanno meno spese, offrono conti in cui il correntista non deve pagare l’imposta. La terza via è quella di non lasciare troppa liquidità sul conto corrente investendo buona parte del denaro.