L’Inps comunica di portare a conguaglio la vecchia tranche per sostegno al reddito, a rischio di restituzione per alcuni. Di cosa si tratta
A godere del Reddito o della Pensione di Cittadinanza sono un milione e mezzo di famiglie. Tanti sono stati i nuclei che hanno fatto la domanda – nonostante i rigidi requisiti – della misura assistenziale a favore del reddito e della pensione. Il successo che è stato registrato – peraltro prevedibile -, è maturato nel quadro delle criticità economiche emerse dall’attuale momento storico; una cura, sebbene non definitiva, a un sintomo percepito in maniera crescente di una cultura complessiva scoraggiata e povera di progettualità a lungo termine.
L’iniziativa dello Stato si oltremodo spinta al rafforzamento dello strumento economico, accompagnando la sua qualità incentivante col beneficio offerto dall’integrazione di ulteriori piccoli bonus – una sorta di “ricariche” – e dal perfezionamento con l’Assegno unico circolare. In questo momento la capacità di tali sostegni sta dando prova sufficiente di colmare gli auspici delle istituzioni per la realizzazione di un volume di ammortizzazione delle calamità, recenti e presenti, da parte dei cittadini e delle famiglie in stato di necessità e vittime di contigui scossoni al tenore di vita.
Reddito di cittadinanza, i conguagli a debito potranno essere rateizzati
Le suddette integrazioni vanno a irrobustire l’importo mensile del Reddito o della Pensione di Cittadinanza mantenendo intatta la sua efficacia e senza nulla togliere al cittadino; infatti, le misure sono state disegnate per non concorrere alla formazione del reddito complessivo ai fini IRPEF e perciò non si corre il rischio che un’eventuale rivalutazione possa formulare delle conseguenti riduzioni o revoche delle somme.
Il RdC o la Pdc si basano su ciò che costituisce l’elemento di riferimento sulle spalle delle famiglie: il tempo in cui i nuclei vivono una condizione di disagio economico. Il Reddito di Cittadinanza persegue il suo obiettivo assistenziale fissando la durata dei versamenti a 18 mesi continuativi, con l’opportunità di rinnovarli, non prima però che il sussidio sia sospeso con un mese di anticipo rispetto alla prima di ripresa dei pagamenti.
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Dalla data della sua entrata in vigore, le famiglie si trovano ora al terzo rinnovo; non esiste alcun limite al numero di rinnovi possibili, né è previsto un limite al numero minimo e massimo dei rinnovi consentiti, almeno alla stregua dell’attuale riconoscimento dei requisiti in possesso previsti dalla legge e fino ad eventuali modifiche.
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Col comunicato stampa del 6 aprile 2022, l’Inps rende noto che sui pagamenti – nel mese di aprile – delle mensilità di marzo, provvederà al conguaglio compensando quanto alcuni beneficiari di reddito e pensione di cittadinanza hanno ricevuto in più nel mese di febbraio. Questo è avvenuto a causa della mancata applicazione del ricalcolo dell’assegno in presenza di altre prestazioni assistenziali.