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Alimentazione

Supermercati, il QR Code può riavvicinare il consumatore al produttore?

Il QR Code dà la possibilità di ottenere facilmente informazioni supplementari sul prodotto che si intende acquistare. E’ l’inizio di una svolta nei consumi?

QR Code supermercati (Foto Maja Petric – Unsplash)

Il supermercato è il luogo di consumo per eccellenza dei prodotti alimentari. Consente di acquistare in un solo luogo tutto ciò di cui si ha bisogno. Ma affianco a vantaggi porta con sé la macchia di aver reso il cibo un prodotto anonimo, privo di qualunque identità. Ed a poco servono i settori con le indicazioni regionali di eccellenza, la scelta nella maggior parte dei casi si orienta sul prezzo migliore o sulle offerte.

Questo meccanismo ha modificato la cultura del fare la spesa. Sempre meno consumatori sono a conoscenza della stagionalità dei prodotti. La logica della grande distribuzione alimentare segue dei precetti che poco hanno a che fare con la produzione, fase senza la quale il prodotto non esisterebbe neppure. Lo testimoniano le continue rimostranze dei piccoli produttori che denunciano i prezzi troppo bassi che le catene di supermercati riescono a spuntare.

Nonostante ciò l’Italia rimane uno dei Paesi con la legislazione più ferrea sulle etichette d’origine. Questo conferisce la possibilità di scelta, diritto inderogabile dei consumatori, e migliora la trasparenza dei prodotti. Ma se tanto si insiste sull’etichettatura d’origine e sulla salubrità dei prodotti, cosa si fa per recuperare un rapporto diretto tra consumatore e produttore?

Una svolta può essere in atto attraverso l’utilizzo del QR Code. Un rettangolino con un codice crittografato che se inquadrato dallo smartphone dà informazioni supplementari del prodotto. La domanda è quanto i consumatori siano interessati a questo strumento. Fino a poco tempo fa molto poco, ma con l’avvento della pandemia e la spinta alla digitalizzazione il QR Code è diventato uno strumento di uso comune.

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La potenzialità più interessante è di aggiungere al prodotto una narrazione dell’azienda che lo produce, completa di foto, descrizione e informazioni sulla sostenibilità dell’alimento. In tal senso è stato avviato un progetto dall’Unione Italiana ciechi, inaugurato nel 2020, con l’etichetta narrante.

Sarebbe interessante sperimentare una sorta di “guida alla spesa” a beneficio di tutti i consumatori. Benjamin Laimer, responsabile marketing di Vip, l’associazione delle cooperative ortofrutticole della Val Venosta, spiega in che modo il consorzio di produttori di mele dell’Alto Adige utilizza il QR Code: “Il nostro progetto consente di vedere il volto, conoscere la storia e i luoghi di chi ha coltivato ogni singola mela. Si tratta di contenuti dettati dalla volontà di trasparenza, ma anche emozionali e suggestivi che ci differenziano da quelli, più ‘tecnici’, proposti da altri”.

In sostanza, il QR Code può ricongiungere il produttore con il consumatore? Forse sì, anche se virtualmente. Conoscere il lavoro che c’è dietro un prodotto alimentare gli conferisce senza dubbio un valore aggiunto. Ma è necessario dare un taglio alla spesa “fast” in favore di acquisti più consapevoli.

Pubblicato da
Giulia Borraccino