L’inflazione innescata dagli aumenti dei costi dell’energia è accompagnata da un “trucco” che aumenta le spese per i consumatori
L’aumento dei costi energetici si protrae ormai da mesi. Le ultime impennate dei carburanti e del gas hanno fatto lievitare ulteriormente i prezzi dei beni al consumo. Nelle ultime ore l’Istat, Istituto Nazionale di statistica, ha stimato l’inflazione in aumento a oltre il 6% in un anno.
La conseguenza è la sofferenza di famiglie e imprese, specie se si tratta di attività di piccole dimensioni come la maggioranza di quelle presenti sullo scenario economico italiano. Tuttavia, non è solo l’aumento del prezzo che crea difficoltà al caso dei consumatori. Sempre più grandi imprese fanno ricorso ad un fenomeno, un trucco che fa spendere di più senza che i consumatori se ne accorgano.
Si tratta della pratica denominata shrinkflation che tradotto in italiano è il risultato della traduzione di due parole unite: contrazione e inflazione. Si tratta della pratica tesa a eludere il consumatore contraendo le quantità delle confezioni, e quindi del prodotto, invece di aumentare il prezzo oppure di incrementarlo a piccole dosi.
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Il fenomeno ha avuto grande rilievo sugli scaffali italiani negli ultimi anni. In questo periodo si sta registrando un aumento. L’aumento dei costi di produzione dovuti all’inflazione sta consigliando molte grandi imprese a ridurre le confezioni piuttosto che aumentare i prezzi. E’ capitato con molti prodotti, su tutti gli snack e le merendine che hanno ridotto le quantità dei prodotti senza che le confezioni esterne si siano ridotte più di tanto.
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L’ultima trovata riguarda la pasta con confezioni inferiori ai classici 500 grammi. In questo periodo la pasta ha subito degli aumenti che difficilmente non si sono notati. Su questo prodotto ha influito negativamente il costo energetico. In primo luogo l’aumento dell’energia elettrica per la produzione. Inoltre, gran parte del trasporto di questa merce è su gomma con l’incidenza dei carburanti.