Il tema delle pensioni rappresenta ancora un nodo irrisolto per il governo Draghi. Ecco cosa può accedere con l’inizio del 2023
Da più di un anno a questa parte le pensioni sono tra i temi più caldi del governo Draghi. Ancora oggi non si ha una vera e propria riforma per quanto riguarda le pensioni per cui non si sa ancora con certezza quello che accadrà dopo il 31 dicembre 2022. Anche all’interno del Def non è stato incluso nessuno spazio dedicato al tema pensioni.
Questo sta creando non pochi allarmi all’interno dei sindacati che nei giorni scorsi hanno anche incontrato il premier Draghi. Quello che attualmente è noto è che nel Def la questione pensioni è solo sfiorata nel capitolo relativo agli impatti pluriennali delle spese previdenziali, senza che si faccia, tuttavia, alcun riferimento a più che necessari e non procrastinabili interventi strutturali. Cosa accadrà dunque nel 2023?
Pensioni, cosa accadrà nel 2023? Le ipotesi
L’unica parte nel Def che parla esplicitamente di pensioni riguarda un disegno di legge di riordino di quelle destinate alle persone invalide. Per il ministro delle disabilità Erika Stefani, l’assegno mensile che queste persone ricevono di 286 euro non è infatti affatto adeguato. Il quadro sugli altri tipi di pensione non sembra essere quindi dei migliori.
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Se non si dovesse intervenire in tempo sulle pensioni, a partire da gennaio 2023 saranno in vigore solo le norme previste dalla legge Fornero che in questi anni è stata sostituita da “Quota 100” (uscita dal lavoro a 62 anni con 38 di contributi) e “Quota 102” (uscita a 64 anni e 38 di contributi). Se non ci dovessero essere riforme si tornerà dunque alla legge Fornero, ovvero uscire con la pensione di vecchiaia a 67 anni oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età (41 anni e 10 mesi per le donne).
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Lo stesso premier Draghi, quando era ancora presidente della Banca Centrale Europea, aveva detto di essere disposto a rivedere la legge Fornero. A complicare le cose c’è l’Unione Europea dal momento che è molto attenta ad esaminare il tema delle spese previdenziali nel nostro Paese. I sindacati, infine, chiedono chiarezza per ciò che accadrà nel 2023.
