Non tutti si fidano nel tenere i propri risparmi in banca e così molti italiani preferiscono tenere i propri risparmi in casa…
Nonostante la grande presenza di banche su tutto il nostro territorio nazionale, molti italiani preferiscono tenere i propri risparmi in casa. In questo particolare periodo storico, contrassegnato da una guerra in corso e dalla pandemia da Covid -19, sempre più persone preferiscono tenere i propri risparmi sotto il materasso.
La comodità di avere del contante in casa fa risparmiare tempo su file allo sportello ATM ed altri imprevisti che possono capitare tenendo i soldi in banca. Nascondere i propri risparmi in casa, soprattutto se ammontano ad una cifra importante, può essere però “pericoloso” dal momento che l’Agenzia delle Entrate potrebbe effettuare dei controlli relativi proprio ai nostri risparmi in contante.
Custodire i propri risparmi in casa non è sempre una buona idea, soprattutto se ammontano ad una cifra considerevole. In questo caso bisogna fare molta attenzione non solo alla possibilità che qualche malvivente entri in casa nostra, ma anche a dei controlli del Fisco che sono diventati ancora più stringenti con l’entrata in vigore dei nuovi limiti sui contanti a partire dal 1° gennaio 2022.
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La legge stabilisce che il limite massimo di pagamenti in contanti, con il subentrare del 2022, è fissato a 1.999,99 euro. Questo significa che se acquisteremo un elettrodomestico o un capo d’abbigliamento o qualsiasi altra cosa il cui costo supera i 2mila euro, allora dovremo pagarlo per forza con carta di credito. Questa misura è stata fissata dallo Stato per combattere l’evasione fiscale.
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Se da una parte vige questo limite per gli acquisti, dall’altro lato non esiste una legge che stabilisce il limite massimo di denaro che un cittadino può custodire in casa. Le forze dell’ordine sono però autorizzate a fare dei controlli, nell’espletamento del loro incarico, anche sul controllo di denaro che abbiamo in casa. I militari potrebbero chiedere la provenienza dei contanti e potrebbero indirizzare al Fisco una richiesta per approfondire la situazione.