Un progetto scientifico portato avanti da Meta, la società cui fanno capo Facebook e Instagram tra gli altri, potrebbe aiutarci ad avere una Wikipedia più inclusiva dal punto di vista del genere dei personaggi raccolti
Se faceste infatti ora una ricerca sulla enorme enciclopedia del web vi potreste rendere conto che solo il 20% delle biografie dei personaggi famosi sono dedicate a donne e di questo 20% una percentuale ancora più irrisoria è dedicata a donne che si sono distinte in attività dominate da nomi maschili (come per esempio il mondo della scienza) oppure che appartengono a gruppi etnici minoritari.
Per combattere quello che viene definito un “societal bias” si sta muovendo quindi un gruppo di ricercatori di Meta guidati da Angela Fan che fin dai tempi in cui studiava presso la Université de Lorraine ha sempre voluto indagare come internet sia ostaggio dei bias.
E dallo studio che Fan ha portato avanti con Claire Gardent, la sua relatrice presso l’Università, abbiamo ora un modello di studio e un dataset con cui l’intelligenza artificiale è in grado di produrre biografie complete seguendo una struttura familiare a chi conosce wikipedia. Il modello è in grado di produrre una predizione di testo nel paragrafo introduttivo, nella vita del soggetto della biografia e della carriera. Il passo successivo è quello di riuscire a far sì che, nelle parole di Gardent, si abbia una “rappresentazione agnostica rispetto al linguaggio”.
Scrivere una biografia ha bisogno che si controllino diverse fonti e per alcuni gruppi etnici e linguistici queste fonti sono estremamente limitate rispetto a quelle che si possono avere per esempio in lingua inglese.
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Come si legge nella pagina dedicata al lavoro di Fan e Gardent, cercare di produrre biografie di donne, rispetto a una produzione più generale di biografie che quindi potremmo definire biografie di uomini, è stato un modo anche per “quantificare l’impatto delle prove disponibili sul web” in un testo.
Il lavoro portato avanti da Fan è sicuramente un passo in più nella direzione di una società anche virtuale meno maschio-centrica e in cui il contributo delle donne, delle minoranze e delle donne che appartengono a minoranze trova il giusto rispetto. Soprattutto perché ormai tutte le ricerche scolastiche si svolgono su Internet e quindi dare alle bambine e alle ragazze la possibilità di trovare sul web facilmente informazioni riguardo donne che hanno cambiato la storia può favorire la creazione e l’internalizzazione di modelli femminili positivi non stereotipati.