La Tari ha delle scadenze distribuite durante l’anno che variano da comune a comune. Aprile è una delle date di pagamento
La Tari è la tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. E’ stata introdotta dalla legge stabilità nel 2014 per incorporare le precedenti imposte locali:
Essendo una tassa legata alla gestione comunale sia importi base che date di scadenza sono decise dall’ente locale stesso. Ma solitamente è suddivisa in tre tranche annuali. Con delle eccezioni. Nel comune della Capitale, ad esempio, le scadenze per i pagamenti sono solo due.
Il comma 64 della legge stabilità 2014 definisce chi sono i soggetti passivi di Tari, ovvero chi è obbligato a pagare l’imposta: “La TARI è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria”.
Di norma, ma sempre tenendo presente la discriminante comunale, la Tari si paga in tre tranche:
Quindi la prossima scadenza, del 30 aprile, accomuna più o meno tutti. Se non è arrivata la bolletta nella cassetta della posta domiciliare, sarebbe bene accertarsi la reale data di scadenza della Tari per il comune di residenza. Il rischio è, infatti, che la bolletta arrivi in prossimità della scadenza e che per questo motivo si salti la data del 30 aprile, incorrendo in possibili more.
Leggi anche: Rottamazione ter, cosa succede se non si paga in tempo?
Leggi anche: Tari, come funziona il calcolo per la tassa dei rifiuti?
Si ricorda che la Tari è soggetta a riduzioni o aumenti, nel caso di abitazioni private, per il numero degli occupanti con residenza o domicilio registrato. Di conseguenza, è consigliabile aggiornare il numero dei componenti familiari nel caso in cui ad esempio un figlio se ne sia andato da poco. In questo modo l’importo sarà minore.