Un altro passo verso la sostenibilità, dal Mise 678 milioni di euro per le imprese

Gli investimenti sostenibili devono essere incentivati per avvicinarsi sempre di più agli obiettivi europei e del PNRR italiano

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Mise settore tessile (Foto Unsplash)

L’amministrazione pubblica ha il dovere di rendere più sostenibile l’attività economica del Paese, tanto più che il diritto all’ambiente si lega sempre più al diritto alla salute. Gli ultimi anni hanno testimoniato un’accelerazione nella sensibilità ambientalista dell’opinione pubblica. E questo si è necessariamente riflesso, con un rapporto causa-effetto indefinibile, anche sulle azioni istituzionali. Soprattutto in seguito alle pressioni della comunità europea.

Ma ormai i progetti pubblici, pur se le fila sono tenute dallo Stato, sono delegati alla buona volontà dei privati. Questo discorso è validato dal ricorso sempre maggiore agli incentivi pubblici. Un nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo economico stabilisce che da 18 maggio “Le micro, piccole e medie imprese italiane potranno richiedere incentivi per realizzare investimenti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico, al fine di favorire la trasformazione digitale e sostenibile di attività manifatturiere”.

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L’economia circolare sta diventando sempre più una necessità. Reimmettere nel circolo produttivo gli scarti risolve in poco tempo più di un problema: lo smaltimento dei rifiuti e la penuria di materie prime, problema fortemente esacerbatosi nell’ultimo periodo. L’economia circolare, come in generale tutti i modelli sostenibili, sono nati prima da una filosofia, da un concetto etico, ed in seguito si sono portati avanti studi di fattibilità inseriti nel mercato della produzione.

Le attività manifatturiere in particolare potranno avvantaggiarsi di 678 milioni di euro di finanziamenti garantiti dal programma d’investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione. Le ripartizioni sono distribuite con 250 milioni per gli investimenti da realizzare nelle regioni del Centro Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria e Province Autonome di Bolzano e di Trento). Al fronte Sud sono stati destinati 428 milioni, che coinvolgono le piccole e medie imprese di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Il Mise spiega all’Ansa che “le imprese che richiederanno l’agevolazione non devono aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso l’unità produttiva oggetto dell’investimento e dovranno impegnarsi a non farlo anche fino ai due anni successivi al completamento dell’investimento stesso”.

Questa specifica è necessaria a garantire l’autenticità etica delle aziende. A breve il Ministero divulgherà le specifiche per la presentazione delle domande. E forse questi 678 milioni di euro potrebbero portare ad una svolta al settore della produzione manifatturiera verso un orizzonte più sostenibile.

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