Bolletta gas, occhio a queste voci: fanno salire il prezzo

Quando visioniamo la bolletta del gas dobbiamo prestare attenzione a tre voci che potrebbero farci pagare di più

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Gas (Foto Pexels)

Il 2022 si è aperto con notizie negative per quanto riguarda gli italiani e le loro tasche: prima l’aumento dell’inflazione e poi il caro bollette derivante dal rincaro delle materie prime e dalla guerra tra Russia ed Ucraina. Ne è derivato un aumento del prezzi dei prodotti di prima necessità, del carburante e, ovviamente, dei costi spesi per le forniture domestiche di gas ed elettricità.

Le tariffe di energia e riscaldamento stanno pesando sulle tasche degli italiani che hanno dovuto iniziare a razionare il consumo e provare ad immaginare delle alternative valide per abbassare un po’ le spese. Per fare ciò un indicatore importante sono le informazioni che vengono riportare in bolletta. Vediamo a cosa prestare attenzione per quanto riguarda la bolletta del gas.

Bolletta gas, le tre voci in bolletta da prendere in considerazione

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Gas (Foto Pexels)

Sono tre le informazioni a cui prestare attenzione quando visioniamo la bolletta del gas. La prima si trova spesso in seconda pagina ed è relativa alla tipologia di consumo che ci viene accreditato: in molti casi i tratta di consumi stimati e non effettivi. L’importo che siamo tenuti a pagare potrebbe essere di molto superiore a quanto immaginavamo. La differenza tra gli importi reali e supposti sarà riaccreditata con apposito conguaglio nei mesi a venire.

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Un secondo aspetto a cui prestare attenzione è il profilo contrattuale che ci è stato imposto e ci riferiamo, nello specifico, a quello di “residente” o “non residente“. Il residente, ad esempio, non è tenuto a pagare nulla per i primi 150 chilowatt orari al mese, a patto che il contatore abbia una potenza massima di 3 chilowatt. Invece, i non residenti sono tenuti a pagare oneri fissi che possono corrispondere a varie decine di euro annuali e che sono suddivise negli importi delle varie bollette.

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Infine c’è da tenere in considerazione un aspetto giuridico: dopo 2 anni il credito vantato dall’azienda distributrice risulta non esigibile. Se in bolletta notiamo dunque un accredito relativo ad un periodo di tempo precedente ai due anni allora possiamo presentare reclamo. Dopo questo termine si prescrive il diritto alla corresponsione dell’importo e non bisognerà versarlo.

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