Da maggio, alla prova la cessazione dei primi obblighi riguardanti le mascherine e spazi pubblici. Cosa succederà?
Dovrebbe essere una data non solo importante, ma per certi versi anche emozionante. Dopo più di due anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, stiamo cominciando a parlare di interruzione degli obblighi delle norme imposte per la tutela sanitaria, nonostante intorno a noi perdurino profondi interrogativi sostenuti dagli aggiornamenti quotidiani riguardanti le dinamiche epidemiche.
Già dal 31 marzo scorso il Governo ha deciso la fine dello stato di emergenza e il decreto emanato contestualmente ha incluso il progressivo venir meno di misure stringenti per quanto riguarda la fruizione degli spazi pubblici. Possiamo vederla come una graduale alba dopo la lunga notte che ha lasciato strascichi nelle esistenze di tutti, dalle conseguenze psicofisiche ed esistenziali delle persone, agli effetti economici sulle famiglie e le attività produttive.
Sebbene l’ultimo Decreto Covid abbia confermato la progressiva eliminazione dell’obbligo di Green Pass rafforzato presso la maggior parte delle strutture pubbliche, il dibattito non soltanto resta aperto, ma è certo che siamo destinati ad assistere al lento affievolirsi delle restrizioni piuttosto che conoscerne in anticipo l’ultimo giorno della loro vita. Ciò sta accadendo perché la situazione sanitaria mondiale presenta, tutti i giorni, degli sviluppi. tutt’altro che regolari e prevedibili.
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Lo stesso Ministero della Sanità, per primo, ricorda come tutti noi stiamo ancora con un piede dentro l’epidemia, e che ogni azione di contrasto al contagio continua a sfidare un virus “trasformista”, in continuo cambio di costume genetico pur di garantirsi la sopravvivenza nella trasmissione tra i soggetti. Per questo, l’attenuazione della sua irruenza virale degli esordi non è sufficiente a consentire un “libera tutti”: ad oggi, la carica batterica è ancora molto alta; e ancora molte persone sono messe fuori gioco dalla professione, dagli impegni di famiglia, dalla vita sociale.
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Al 30 aprile, dovremmo tenere indossate le mascherine FFP2 nei luoghi di maggior rischio assembramento, quali i mezzi di trasporto; nelle scuole permane l’uso delle mascherine chirurgiche e nei luoghi di lavoro l’obbligo è derogato a patto che si rispetti il metro di distanza. Dal 1° maggio, sembra definitivo il passaggio alla quasi totale eliminazione di queste precauzioni; eppure, i giorni che ci dividono dal nuovo corso si stanno avvicinando in fretta ma i numeri dei contagi in Italia sono in crescita per via dell’attuale allentamento, e le cautele del caso – incluso il rischio che divampi di nuovo il contagio – stanno blindando gli entusiasmi. Con molta probabilità, farà fede l’ultima parola sulle mascherine al chiuso che il Governo prenderà in extremis, alle porte del prossimo mese.