Le famiglie italiane hanno speso sempre di più di luce e gas durante l’ultimo decennio: numeri notevoli
Gli aumenti delle bollette di luce e gas hanno pesato molto sui bilanci delle famiglie e continuano a farlo nonostante gli interventi del Governo. L’esecutivo è intervenuto con il quarto decreto in sei mesi per assorbire una buona parte degli aumenti. Tuttavia, i provvedimenti sono stati sufficienti soltanto per i nuclei a basso reddito.
Infatti, fino ad una fascia di patrimonio Isee di 12.000 euro gli aumenti dovrebbero essere totalmente azzerati grazie agli ultimi decreti approvati dal Consiglio dei ministri. L’associazione dei consumatori Consumerismo No Profit e dal Centro Ricerca e Studi di “Alma Laboris Business School” hanno effettuato uno studio sulle spese di luce e gas per le famiglie italiane negli ultimi dieci anni.
I risultati sono stati sorprendenti. L’aumento di spesa medio a famiglia rispetto al 2011 è di 780 euro a famiglia. Nel 2011, infatti, una famiglia con il regime del mercato tutelato, spendeva in un anno mediamente 1.622 euro di luce e gas. Nel 2021 questa spesa ha avuto un aumento di 139 euro. Nello specifico la spesa di gas è diminuita di 47 euro e quella dell’energia elettrica aumentata di 186 euro.
Leggi anche: Pensioni INPS maggio, slitta il calendario: le date
I numeri si impennano, ed era inevitabile, paragonando la spesa del 2022 fin qui subita dalle famiglie. Per effetto dei pesanti rincari la spesa media a famiglia è aumentata rispetto al 2011 di 468 euro per la luce, di 312 euro per il gas per un totale di 780 euro annui. Il riferimento è inevitabilmente sui primi mesi dell’anno.
Leggi anche: Decreto bollette, svolta importante: cosa sta per cambiare
“In 10 anni il mercato dell’energia ha subito profonde modifiche – dichiara a Sky l’amministratore di Alma Laboris Business School, Dario Numeroso – Basti pensare che ben 12 milioni di famiglie nel settore dell’energia e 9,4 milioni in quello del gas hanno abbandonato tra il 2011 e il 2021 il mercato tutelato per passare al mercato libero”. Questi aumenti, inoltre, non tengono conto del taglio del 34% dovuto all’azzeramento degli oneri di sistema per effetto degli interventi del Governo.