Sicuramente una condizione che non si vorrebbe mai attraversare: avere il conto in rosso per un periodo di tempo prolungato. E non è soltanto fonte di stress ma può portare anche danni a lungo termine
Se vi trovate nelle condizioni per cui gli addebiti sul vostro conto corrente bancario superano la disponibilità effettiva e questa è una condizione che si ripete nel tempo, in base alle nuove norme recepite dall’Italia su indicazione dei cambiamenti apportati a livello europeo, Rischiate di finire addirittura sulla lista dei cattivi pagatori.
Vediamo quindi quali sono le condizioni che possono portare un conto in rosso e a quali tempistiche occorre prestare assoluta attenzione per evitare problemi nel presente e anche nel futuro a medio e lungo termine.
A partire da gennaio di quest’anno sono state introdotte alcune novità che riguardano la gestione dei conti correnti e in particolare il modo in cui gli istituti bancari si comportano quando un correntista supera in negativo la propria disponibilità economica. Occorre chiaramente distinguere tra una momentanea indisponibilità e una indisponibilità che si protrae nel tempo.
Leggi anche: Pensioni INPS maggio, slitta il calendario: le date
La prima novità introdotta nelle banche italiane, a seguito di alcuni cambiamenti a livello europeo, riguarda gli addebiti. Se sul conto corrente che finisce in rosso sono attivi per esempio i pagamenti di rate di un mutuo o di un prestito ora non verranno più effettuati pagamenti e non ci saranno addebiti diretti fino a quando non tornerà la liquidità sul conto stesso. Questo blocco immediato dei pagamenti automatici genera però una situazione rischiosa.
Se infatti prima anche in mancanza di fondi la maggior parte degli istituti bancari copriva temporaneamente gli addebiti (dopo che il correntista aveva avallato lo scoperto) per poi rifarsi nel momento in cui venivano accreditati i soldi sul conto corrente, ora questo non viene più fatto il che significa che se avete il conto in rosso e non potete quindi pagare una rata di un mutuo o di un prestito rischiate di essere segnalati al Crif e di entrare quindi nella lista dei cattivi pagatori.
Leggi anche: Agenzia delle Entrate, 4 scadenze a fine aprile: le date
Entrare nella lista dei cattivi pagatori significa che poi si hanno problemi nel momento in cui si ha bisogno di chiedere un altro prestito o di fare un mutuo. La segnalazione al Crif di solito permane per 12 mesi ma può arrivare anche fino a 5 anni, ovvero 60 mesi dalla data di scadenza del rapporto per il quale si è generata l’inadempienza.