Più raccolta differenziata con le donne amministratrici, lo studio di UniPi

Lo studio è stato condotto dalla professoressa Giulia Romano dell’Università di Pisa in collaborazione con alcuni economisti di altre università, quella di Firenze, Chieti-Pescara e L’Aquila e i risultati devono farci riflettere e analizzando 103 province italiane nel corso di 10 anni di amministrazione è venuto fuori che quando sono le donne ad amministrare la cosa pubblica c’è meno corruzione e si fa più raccolta differenziata

gestione rifiuti pisa
Più differenziata con le donne in amministrazione (foto Adobe)

La ricerca condotta dalla professoressa Romano ha analizzato le province in base ad una serie di fattori socio-economici. Come riportato anche sul sito dell’Università di Pisa nella sezione dedicata alle notizie e alle pubblicazioni accademiche, “dai risultati è emerso che il tasso di raccolta differenziata è maggiore dove i reati contro la pubblica amministrazione sono più perseguiti, dove ci sono più donne elette nei consigli comunali e dove gli abitanti hanno reddito, età e titolo di studio più alti“. Lo studio è stato pubblicato anche dalla rivista scientifica specializzata Waste Management con il titolo “The factors affecting Italian provinces’ separate waste-collection rates: An empirical investigation”.

Lo scopo principale quindi del lavoro di questo team di studiosi riguarda ciò che può influire sul raggiungimento da parte delle realtà locali italiane dei target nazionali e europei. Risulta particolarmente interessante notare come la raccolta differenziata vada di pari passo con amministrazioni locali che riescono a tenere meglio a bada la criminalità che troppo spesso riesce a guadagnare proprio nella malagestione dei rifiuti urbani. Tra i dati socio economici che sono stati presi in considerazione c’è per esempio non soltanto la lotta che le eventuali amministrazioni locali fanno ai criminali ma anche quelli relativi alla composizione delle famiglie.

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Come riporta l’abstract che accompagna la pubblicazione, il tasso di raccolta differenziata scende in quelle realtà in cui ci sono famiglie più numerose e in cui è il maggiore, tra gli altri indicatori, l’occupazione dei giovani. Potrebbe sembrare un paradosso trovare meno raccolta differenziata dove i ragazzi si muovono nel mondo del lavoro prima e le famiglie sono più numerose ma in realtà avere una occupazione giovanile più alta significa che i ragazzi abbandonano gli studi prima e iniziano quindi a lavorare perdendo occasioni per accrescere il proprio bagaglio di esperienze e di capacità.

Queste le parole di Romano riportate a commento della pubblicazione dello studio: “I risultati mostrano che le donne, nel loro ruolo di consigliere comunali, sono più sensibili degli amministratori uomini nel raggiungere gli obiettivi previsti di raccolta differenziata. E l’essere donne vale ancora più che essere giovani: la nostra analisi ha mostrato che il genere incide di più rispetto all’età nel promuovere comportamenti ambientalmente virtuosi“.

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