Sul sito di Earth Observatory della NASA sono state pubblicate delle interessanti immagini scattate da satellite e che mostrano il cambiamento avvenuto a partire dal 2014 nella zona di Fukushima, devastata da un terremoto che ha provocato a sua volta uno tsunami che ha reso inagibile e pericolosa una delle centrali nucleari più grandi del Giappone
Mentre da noi ogni tanto si torna a parlare della necessità di costruire reattori nucleari, un Paese che per decenni ha prodotto energia elettrica con le centrali atomiche dimostra come invece non ci sia necessità di costruire questo genere di strutture inquinanti e pericolose per illuminare le città. Come dimostrano le immagini pubblicate dalla NASA nella zona di Fukushima e relative a marzo dell’anno scorso in cui si notano ora grandi impianti fotovoltaici ed eolici.
Come riporta lo stesso sito Earth Observatory, i campi e le aree che ora vediamo essersi popolati di pannelli fotovoltaici sono stati oggetto di investimenti multimiliardari portati avanti dal Governo e da altri finanziatori con lo scopo di costruire 11 impianti fotovoltaici e 10 impianti eolici i per sfruttare quelle zone rimaste contaminate e quindi non più utilizzabili per l’agricoltura o l’allevamento. Queste immagini mostrano come alle dichiarazioni della prefettura di Fukushima avvenute nel 2014, il Governo giapponese sta rispondendo con i fatti. Lo scopo ultimo, sempre stando alle stesse dichiarazioni del 2014, è quello di avere tutta la provincia di Fukushima in grado di utilizzare energie rinnovabili come unica fonte energetica.
Il disastro di Fukushima ha messo nuovamente al centro la questione dell’utilizzo delle centrali nucleari come alternativa al gas per la produzione di energia elettrica. In Giappone circa il 7% dell’elettricità prodotta nel 2019 è stata prodotta utilizzando l’energia nucleare, anche se a ridosso degli eventi drammatici del 2011 la produzione di energia elettrica nucleare era diminuita fino all’1%.
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L’espansione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili è un segnale ovviamente positivo soprattutto perché per esempio adesso circa il 50% dell’energia consumata dalla prefettura di Fukushima viene proprio dalle fonti rinnovabili. In particolare nell’impianto denominato Fukushima Hydrogen Energy Research Field le energie rinnovabili vengono utilizzate per produrre idrogeno che diventa così effettivamente un carburante totalmente green.
Questo ovviamente non significa che il Giappone sia riuscito ad affrancarsi dall’utilizzo del gas o del carbone ma significa che con la volontà delle amministrazioni e con i giusti investimenti, l’idea di poter ricavare una quantità adeguata di energia elettrica senza inquinare è possibile. Ganbatte!