Pensione di reversibilità, ecco quando si ottiene il 100%

Il pensionato defunto può trasmettere la sua mensilità ai suoi cari fino all’intera somma, a seconda dal grado di parentela. Ecco i dettagli

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Pensione di reversibilità (Foto Adobe)

Tra le misure di supporto alle persone che per varie circostanze si trovano afflitte da deficit economici, la normativa prevede la pensione di reversibilità, ovvero il trattamento pensionistico riconosciuto, per successione, ai familiari superstiti al momento del decesso di un pensionato. È analoga alla pensione indiretta, ma quest’ultima è indirizzata ai familiari superstiti quando muore un assicurato, ossia un lavoratore non ancora in pensione.

Alla pensione di reversibilità, gli aventi diritto possono riscuotere una quota percentuale della pensione che già veniva liquidata al familiare deceduto. Il “superstite”, divenuto beneficiario, corrisponde alla persona rimasta a carico del pensionato deceduto, in quanto sono persistite le condizioni di non autosufficienza economica e di mantenimento abituale. Il grado di convivenza del superstite con il defunto ne stabile la vivenza a carico.

Pensione di reversibilità, a questi soggetti la pensione completa del parente deceduto

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Pensione (foto Adobe)

I superstiti che godranno del trattamento pensionistico, sono individuati nelle figure di: il coniuge o l’unito civilmente; il coniuge separato; il coniuge divorziato. Quest’ultimo è soggetto ad una condizione in più: il divorziato deve essere già titolare dell’assegno divorzile; contestualmente, non deve essere convolato a nuove nozze. In un Paese come l’Italia nel quale mediamente il nucleo familiare è composto da due figli, quanto percepirà il coniuge superstite?

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Secondo la normativa, il coniuge (o il genitore) defunto lascerà ai suoi parenti diretti un pensione con un’aliquota di reversibilità stabilita nella misura del 100%; ciò significa che della pensione liquidata al pensionato defunto, al coniuge e a due o più figli spetta la completa reversibilità del trattamento precedentemente liquidato. Nelle aliquote spettanti ai coniuge il nucleo che include anche dai due figli a carico, la percentuale è la più alta che l’INPS possa elargire.

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Oltre essa, viene supportato, in misura congrua, il nucleo familiare secondo la fascia Inps inerente a chi ha un solo figlio (reversibilità all’80%), oppure di chi non ne ha affatto (per il solo coniuge, 60%). In assenza di entrambi i genitori, sono i figli ad avere diritto alla pensione di reversibilità: su questo profilo, il 100% spetta nel caso di tre o più figli; percentuale gradualmente ridotta a 80% in presenza di due figli e 70%, in presenza di uno solo.

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