Cosa accade se un contribuente non paga una cartella esattoriale? Ecco tutto il processo da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione
Molti contribuenti italiani si chiedono che cosa accade se non si pagano le cartelle esattoriali. In tanti credono che se non si paga Equitalia si rischia di essere segnalati alla Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria ma in realtà non è così. Quando si contraggono debiti con Equitalia, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione notifica al debitore la somma da restituire.
La notifica al debitore delle somme da restituire avviene tramite una cartella di pagamento che, oltre a racchiudere tutti i dati relativi al debito funge anche da Atto esecutivo e da ultimo avviso di pagamento, ovvero da Precetto. Ma vediamo ora nel dettaglio cosa accade se non si paga una cartella esattoriale.
Cartella esattoriale non pagata: cosa accade
Il debitore ha 60 giorni di tempo, dalla notifica dell’atto per pagare la cartella dopodiché il rischio è di incorrere nell’intimazione di pagamento fino al pignoramento. Il pignoramento interessa i beni immobili del debitore e i beni mobili che si trovano all’interno della casa o della azienda. L’espropriazione forzata è preceduta dalla notifica dell’avviso di intimazione in tutti i casi in cui la notifica della cartella di pagamento sia avvenuta da più di un anno.
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Dopo l’avvenuta notifica il debitore ha 5 giorni per saldare il debito, anche a rate se la normativa lo permette. Se il debito è inferiore a mille euro, si passa all’esecuzione dopo 120 giorni dall’invio della notifica, a mezzo posta ordinaria, del debito. Una volta che i beni sono stati pignorati vengono messi in vendita tramite asta, pubblico incanto o tramite qualsiasi forma prevista dalla legge.
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Se non si possiedono beni o redditi da pignorare il debito persiste, salvo prescrizione, per passare poi agli eredi del debitore. Le procedure cautelari sono invece di due tipi: fermo amministrativo dei veicolo intestati al debitore e ipoteca su uno o più immobili. In entrambi i casi si procede con una comunicazione preventiva che concede al debitore 30 giorni di tempo dalla notifica per estinguere il debito contratto. Scaduti i termini, l’Agenzia ha la facoltà di procedere con l’iscrizione della procedura cautelare.
Ricordiamo infine che i tributi erariali sono prescritti nel termine di 10 anni, dalla scadenza del termine di pagamento (60 giorni dalla notifica) mentre i tributi locali periodici (come la TARSU, TOSAP, ICI e IMU) si prescrivono nel termine di 5 anni. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha la facoltà di fermare il decorso del termine di prescrizione ricorrendo di nuovo alla notifica della cartella di pagamento, piuttosto che all’intimazione al pagamento o al pignoramento.