Poste Italiane può disporre la chiusura di questi libretti se oltre questi termini non vengono movimentati. Di cosa si tratta
I libretti postali costituiscono per molti italiani lo strumento basilare e più diffuso, quando si parla di risparmio gestito; in alcune famiglie, i figli ne ereditano uno, maturando, dopo che i loro genitori lo hanno attivato sin dalla nascita e alimentato durante la crescita. Il semplice utilizzo, i costi di gestione ridotti al minimo e la possibilità di svincolare in qualsiasi momento il denaro (se occorre) ne hanno decretato fino ai nostri giorni il successo.
Parliamo, infatti, di uno strumento antico che ha accompagnato generazioni di risparmiatori: Poste Italiane ha collocato sul mercato il Libretto sin dal 1875, e da allora esso ha seguito la lunga strada del rinnovamento tecnologico e del cambiamento sociale attraversato da milioni di suoi titolari. A differenza di alcune peculiarità insite nei conti correnti o in altri strumenti di risparmio, il Libretto postale – parlando prosaicamente – non ha mai messo il fiato sul collo dei suoi intestatari, che ancora lo alimentano alla prima occasione.
Poste Italiane, a rischio i “vecchi” libretti di risparmio
Se vogliamo, il Libretto postale rappresenta una forma di risparmio “lenta”, senza fretta. Vi sono, però, diverse ragioni per le quali può capitare di non versare nemmeno una piccola cifra per tanto, tantissimo tempo. Per anni. E per questo, Poste Italiane ha dovuto fissare un termine di vita a quei depositi oramai “impolverati”. In questi giorni, si sta provvedendo ad informare alcuni clienti prima di dar seguito all’estinzione del loro libretto postale, che avverrà entro il 21 giugno 2022.
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Poste Italiane ha programmato, a partire da marzo, la progressiva disattivazione di quei libretti postali considerati “dormienti”, ma non prima di aver avvisato i loro intestatari inviando l’apposita comunicazione scritta; l’estinzione sarà definitiva se trascorsi 180 giorni dalla comunicazione non seguisse alcun riscontro. Si considera “dormiente” quel deposito di almeno 100 euro o superiore, che non è stato più alimentato o utilizzato da 10 anni.
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Il “saldo” del libretto, come detta la legge, viene trasferito in un Fondo Consap – società controllata totalmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – dopodiché il rapporto viene interrotto. Nonostante la Società abbia provveduto all’invio delle comunicazioni, non tutti gli interessati sono stati raggiunti dall’informativa. Per qualsiasi dubbio, dal portale di Poste Italiane è possibile accedere alla lista dei libretti dormienti, salvando così gli importi dei propri anziani parenti o (come eredi) del caro estinto; oppure, basta rivolgersi all’ufficio postale di riferimento.