Eredità, si può rinunciare avendo solo debiti e non beni?

All’apertura del testamento, agli eredi non potrebbero spettare la soddisfazione di un bene, bensì solo i dolori dei debiti. Debbono pagarli?

Successione tempo limite eredità
Testamento (Foto Adobe)

Il triste evento della morte di un proprio caro finisce ben presto per lasciare spazio alla “burocrazia” che la circostanza prima o poi ci palesa davanti; una burocrazia, la quale, a seconda del profilo – diciamolo pure – socioeconomico della famiglia, appare come un elemento più o meno disturbante, ma unanimemente indispensabile per dare continuità alla vita dei beni di famiglia.

Per evitare pertanto un’inutile dispersione o contrasti fratratricidi, i “superstiti” vengono convocati dal notaio per l’apertura del testamento. In taluni casi, i parenti possono entrare in possesso di beni includendoli tra le proprie rendite di vita; ma ciò avviene secondo il principio di accettazione dell’eredità, cui l’erede è investito facoltativamente: pertanto se esiste un’accoglimento, per il risvolto della medaglia, un erede può rifiutare la sua quota di lascito spettante.

Eredità: l’erede deve pagare i debiti del defunto in ogni caso?

Successione tempo limite eredità
Testamento (Foto Adobe)

Il patrimonio è sottoposto ad un passaggio, il quale non è né necessario né – come si deduce – automatico. In attesa del ricollocamento, l’eredità diventa giacente ed entra nella gestione seguita da un curatore, opportunamente designato dal Tribunale su richiesta degli interessati; questi ultimi, nel frattempo, hanno un tempo di dieci anni per decidere di prendere possesso o no dell’eredità.

Non è scontato che l’eredità risulti gradita; in altre parole, non è detto che il defunto lasci solo beni attivi, ossia rendite, denaro, beni mobili o immobili. Non manca chi non sia riuscito a evitare il rischio di lasciare passività, insomma, debiti (e, peraltro, soltanto debiti). La normativa è chiarissima nel definire che l’erede, in presenza sia di crediti che di debiti, si accaparra entrambi, ovviamente, previa l’accettazione del lascito.

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E in presenza di sole pendenze, l’erede è costretto ad accollarsele? La risposta è altrettanto chiara: assolutamente no, se non accetta l’eredità; l’erede rinunciante non è mai chiamato a rispondere dei debiti contratti dal defunto. Egli non deve neanche rispondere all’Agenzia delle Entrate, quando il Fisco comunica debiti per omessi versamenti di imposte e tributi.

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A margine del discorso c’è da dire che, pur accettando l’eredità, non gravano a suo carico le cosiddette “obbligazioni personali”, precipuamente non trasmissibili agli eredi: sanzioni amministrative del de cuius, multe stradali, alimenti e assegni di mantenimento, debiti di gioco o da scommesse. Diversamente, i familiari rinuncianti possono ottenere senza difficoltà il pagamento della pensione di reversibilità e delle eventuali polizze vita a loro intestate dal defunto.

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