Come riportato in un comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale dell’associazione consumatori, lo scorso 8 aprile in Gazzetta Ufficiale sono state finalmente pubblicate nuove norme tecniche di prevenzione incendi che si aggiungono al Codice di Prevenzione Incendi. Movimento Consumatori commenta positivamente questo primo passo ma, avverte, occorre fare di più
Oltre al Movimento Consumatori anche Confabitare e Rockwool Italia si sono mosse per aprire un dialogo con il Ministero dell’Interno al fine di permettere al Governo di avere sotto gli occhi ciò che gli altri Paesi hanno fatto insieme ai tristi fatti di cronaca che hanno coinvolto proprio incendi sviluppatisi in edifici.
Quello che infatti rientra nelle nuove Norme Tecniche di Prevenzione disciplina per la prima volta, così si legge nel comunicato, “il comportamento al fuoco delle facciate e delle coperture degli edifici“. Non è difficile immaginare come una norma del genere sia stata ispirata anche per esempio dal gravissimo incendio che ha distrutto la Grenfell Tower di Londra.
L’incendio della Grenfell Tower, in cui sono rimaste uccise 72 persone, è stato provocato da un corto circuito di un frigorifero installato in un appartamento del quarto piano della palazzina ma il rogo è riuscito a propagarsi rapidamente salendo lungo la copertura esterna dell’edificio realizzata con materiale non idoneo. A seguito dell’incendio la torre ha subito danni tali per cuimMolto probabilmente nel giugno di quest’anno verrà demolita.
Il caso della Grenfell Tower, ma anche gli altri orribili incendi che si sono sviluppati negli ultimi anni nell’edilizia residenziale a causa dell’utilizzo di materiali non conformi e non ignifughi sono quindi ciò che la norma adesso pubblicata in Gazzetta dovrebbe impedire.
Ma, come sottolinea anche Alberto Zanni, presidente nazionale Confabitare, “c’è ancora da lavorarci e così com’è rimane lacunosa. (…) Il Decreto, ad esempio, non prevede l’uso esclusivo di materiale incombustibile per gli edifici più a rischio – quelli alti e sensibili come ospedali, scuole, case popolari – e introduce obblighi che per noi non sono sufficienti a garantire la sicurezza in caso di incendio. Parliamo appunto di sicurezza e su questo aspetto è difficile fare o accettare sconti“.
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Uno dei limiti che sono maggiormente criticati è quello che introduce l’esclusione della applicabilità della Regola Tecnica Verticale per le chiusure d’ambito per gli edifici al di sotto dei 24 metri di altezza. Questo il pensiero di Ovidio Marzaioli, vicesegretario generale Movimento Consumatori: “La limitata applicazione della Regola Tecnica Verticale per le chiusure d’ambito lascia senza requisiti obbligatori la maggior parte del parco immobiliare italiano, creando difformità nell’applicazione delle norme volte a garantire la sicurezza antincendio, mettendo a rischio gli occupanti e le proprietà stesse“.
Sulla stessa linea le parole riportate dell’amministratore delegato di RockWool Italia, Paolo Migliavacca che commenta come questa nuova Regola Tecnica Verticale sia un primo passo per una maggior sicurezza antincendio degli edifici ma “c’è ampio spazio di miglioramento per la definizione di una normativa che obblighi all’uso di materiali incombustibili sugli edifici di altezza superiore ai 18 metri come quella introdotta nel Regno Unito dopo la tragedia della Grenfell Tower“.