Eliminando alcune abitudini poco virtuose, il proprio conto corrente è libero da inutile e onerose spese di gestione. Vediamo come fare
Il rapporto con il proprio conto corrente è un rapporto “empatico” che si attiva quotidianamente. A pensarci bene, l’IBAN, ossia le coordinate bancarie che qualificano univocamente il deposito principale delle nostre finanze, rappresenta un dato sempre più estremamente personale, utilizzato per accedere necessariamente a beni e servizi progressivamente meno fisici di un tempo e quanto mai più astratti.
Con la carta bancomat, il conto ha oggi superato, in uso, il nostro portafogli, cioè stiamo assistendo a una definitiva eclisse del denaro contante. Da un lato, ciò non nasconde degli aspetti positivi, in quanto, prima di uscir di casa, non dobbiamo assillarci sul dubbio di avere cash sufficiente per affrontare talune spese; dall’altro, si può avere l’impressione che la smaterializzazione dei relativi strumenti, si trasformi in un’astrazione della nostra sensibilità sul tema, rischiando di non avere la dovuta contezza al ricorso di queste invisibili procedure telematiche.
Il conto corrente, in fondo, costituisce un “ambiente” che a suo modo va salvaguardato. Da cosa? Dalle scorrerie di addebiti e di accrediti di ogni sorta, accumulati nel corso degli anni, a cui spesso finiamo per non dare il peso necessario. Tutto oramai converge come in una foce, sulle coordinate personali, dallo stipendio alla vasta gamma di addebiti: mutuo, bollette, rate di finanziamento, abbonamenti.
L’estratto conto finisce per fornirci una miniera di informazioni man mano poco gestibili e talvolta poco comprensibili; per questo, la sorpresa è grande e ci prende di soprassalto quando una spesa illegittima si è insinuata nei gangli delle righe contabili smangiucchiando il nostro credito. Tra l’altro, molte spese sono, al contrario, lecite, in quanto costi, imposte previste dalla legge rispetto al superamento di determinate soglie di credito.
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La disattenzione, sovente, legata ad abitudini non virtuose, apre la strada all’addebito di importi che potremmo dunque evitare. Ad esempio, evitiamo di prelevare denaro contante con la carta di credito, altrimenti finiremo per pagare le commissioni di anticipo contante. Possiamo risparmiare prelevando dagli sportelli ATM del proprio Istituto di credito rispetto ad altre banche; ad ogni modo, diamo precedenza, per quanto possibile, alle operazioni di home banking.
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Per quanto riguarda le bollette, meglio se domiciliate: in questo modo, schiviamo le commissioni applicate al pagamento del bollettino postale. Analogamente, eliminiamo le spese postali interrompendo il recapito domiciliare dell’estratto conto. Per converso, non lasciamo il conto corrente sul filo del rosso, basta poco per cadere in morosità e insolvenze, quali le penali applicate dalla banca per lo scoperto. Tutto ciò non rende insensibile il Fisco che, in tal senso, potrebbe attivare dei controlli, a partire dai piccoli prelievi che in un mese possono complessivamente superare i 10.000 euro.