Da Nord a Sud si moltiplicano le notizie riguardo le situazioni estremamente precarie dei pronto soccorso in Italia. Ed è per questo che l’Associazione dei Consumatori Codacons chiede che vengano messe in atto delle misure per contrastare l’emergenza
Nel comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale dell’associazione lo scorso 12 maggio, vengono riportate le dichiarazioni del Presidente dell’Associazione Carlo Rienzi che fa una disamina puntuale e allo stesso tempo disarmante di ciò che moltissimi italiani si stanno trovando purtroppo ad affrontare proponendo Però anche alcune soluzioni.
Riassumendo quello che Rienzi in qualità di presidente del Codacons propone è quello di far sì che gli studi dei medici privati vengano riconosciuti e accreditati all’interno del servizio sanitario nazionale con lo stesso sistema che si adotta per le cliniche convenzionate e, se la situazione del Pronto Soccorso è particolarmente drammatica dal punto di vista della carenza di personale, propone anche di far ricorso ai medici militari.
Rienzi definisce la situazione una “crisi strutturale del sistema di emergenza sanitario”, una situazione in cui quindi molti pazienti in realtà rischiano la vita e che quindi “rischia di esporre nosocomi e medici ad una valanga di denunce per omissione di soccorso, concorso in lesioni e, in caso di decessi nei pronto soccorso, concorso in omicidio colposo“.
La pandemia ha lasciato indubbiamente un segno profondo nei Medici e in particolare in chi si è trovato in prima linea nei pronto soccorso a cercare di gestire l’afflusso dei pazienti colpiti dal Covid.
I turni massacranti, a volte l’inadeguatezza dei sistemi e degli impianti, lo stress generale generalizzato, hanno portato molti pronti soccorsi a trovarsi con un numero non adeguato di medici il che si traduce in attese molto lunghe che possono significare aggravamento e addirittura decesso per alcuni pazienti.
Ed è proprio per questo motivo, per portare sollievo alle strutture ospedaliere e allo stesso tempo continuare a offrire ai cittadini il servizio sanitario di cui hanno bisogno che Rienzi propone di “inserire nel Servizio Sanitario Nazionale anche gli studi medici privati, che devono operare per sopperire alla mancanza di camici bianchi nei pronto soccorso, alle stesse condizioni delle cliniche convenzionate, apportando le necessarie modifiche alla normativa vigente”. Ancora il presidente di Codacons aggiunge che, nelle titolazioni più critiche, si potrebbe addirittura fare ricorso all’intervento dei medici militari.
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L’allarme di Codacons riecheggia anche nelle dichiarazioni rilasciate dal Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani che riunisce 30 società scientifiche. In un comunicato si legge come in realtà la situazione che adesso viviamo nei pronto soccorso non sia semplicemente frutto di una situazione contingente momentanea ma “la punta dell’iceberg di un sistema ospedaliero che è in affanno”, frutto di 20 anni di tagli sia alle strutture sia quindi ai posti letto.
Sempre dello stesso comunicato la posizione del forum è critica anche nei confronti dei fondi che al momento risultano destinati agli ospedali all’interno del PNRR. La proposta di Rienzi e di Codacons può quindi essere una soluzione per far fronte ai problemi contingenti ma occorre maggiore lungimiranza.