È il segno di un debito non saldato e la misura che l’ente di riscossione mette in atto per rientrare di un’imposta non versata. Cos’è
Per buona parte degli italiani, l’automobile rappresenta uno dei punti di appoggio delle dinamiche familiari e individuali; dallo status di libertà assunto in giovane età, da neopatentato, alla consuetudine di uno svago e della vita professionale, traghetta molti di noi lunga la storia personale, ma può diventare anche un bene di contesa (economica, s’intende).
Appurato che non si può parlare di un vero e proprio lusso, possedere un veicolo significa, in taluni contesti, parcheggiare sotto la propria abitazione, lo strumento di lavoro. Che faccia parte dell’essenziale e che non sia mai uscito dal paniere dei beni di consumo, l’Erario lo sa e ha istituito, da diversi anni, il fermo amministrativo associato al mancato pagamento di tasse e imposte.
La legge prevede il fermo amministrativo quale atto formale da parte dell’Agenzia delle Entrate o di un altro ente, per i recupero dei propri crediti: viene così disposto il blocco temporaneo di un veicolo. Durante il fermo, non si può: esportare o rottamare la tua vettura; parcheggiarla su suolo pubblico; venderla all’acquirente, ignaro della situazione del mezzo.
Far circolare il mezzo implica il rischio di una multa che varia dai 1.988 a 7.953 euro. Se, inoltre, sia stato causa di un incidente, la legge vieta all’assicurazione il risarcimento dei danni; in aggiunta, può essere applicata la confisca del mezzo, ma in questo caso la proprietà del mezzo passa all’Agenzia delle Entrate.
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Un debito tra gli 800 e i 2.000 euro comporta il fermo amministrativo di un solo mezzo; tra 2.000 a 10.000 euro, fino a 10 veicoli; oltre 10.000 euro, tutti i veicoli di proprietà. Il preavviso di fermo dell’agente di riscossione dà al debitore 30 giorni di tempo per effettuate il pagamento; altrimenti, il fermo sull’auto diventerà effettivo.
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In caso di illeggitimità del fermo amministrativo, si può impugnare il provvedimento e dimostrare l’eventuale mancata notifica della cartella di pagamento, del preavviso di fermo o il mancato rispetto delle tempistiche. Se legittimo, solo pagando i debiti contratti possono revocarlo; è possibile sospenderlo se si chiede la rateizzazione. Una volta estinto il debito, si può cancellare il fermo presso un qualsiasi ufficio provinciale del PRA (Pubblico Registro Automobilistico) avendo il provvedimento di revoca e sostenendo i costi delle imposte di bollo.