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Approvata Legge Salvamare, soddisfazione di Legambiente

Arriva in Senato l’approvazione definitiva della cosiddetta Legge Salvamare che era stata presentata nel 2018 ed era stata già approvata dalla Camera nel 2019. Da Legambiente dichiarazioni positive per uno “strumento fondamentale nel contrasto alla piaga del marine litter

Approvala la legge Salvamare (foto Unsplash)

Il “marine litter” ha una sua definizione pubblicata sul sito Strategia per l’ambiente marino curato dal Ministero per la Transizione Ecologica e il termine identifica “qualsiasi materiale solido persistente, fabbricato o trasformato e in seguito scartato, eliminato, abbandonato o perso in ambiente marino e costiero“. Si tratta quindi in buona sostanza di tutto ciò che produce inquinamento nel mare e sulle coste. Nella definizione di marine litter non viene inclusa nessuna però sostanza semisolida nè le sostanze chimiche.

Il fatto che il nostro Paese sia riuscito finalmente a dotarsi di uno strumento di legge che riguardi almeno in parte ciò che può inquinare e distruggere l’ecosistema marino del Mediterraneo è comunque un traguardo importante, come sottolineato anche dal comunicato pubblicato da Legambiente.

L’importanza di questo provvedimento viene dal fatto che, come ricordato sempre nello stesso comunicato, il Mediterraneo è una delle aree marine con la più alta concentrazione di microplastiche in tutto il mondo. Rendere quindi con la cosiddetta Legge Salvamare protagonisti della salvaguardia anche i pescatori può aiutare a toglierci da questa triste classifica.

Vediamo quindi in che cosa consiste questa normativa: “La normativa consentirà ai pescatori che attraverso le loro reti recuperano accidentalmente la plastica in mare di condurla sulla terraferma, dove le autorità portuali dovranno riceverla in apposite isole ecologiche e avviarla al riciclo. Fino a oggi, gli stessi si vedevano costretti a ributtare in acqua il materiale plastico pescato, per non incorrere in denunce penali per trasporto illegale di rifiuti“. Si elimina quindi per i pescatori il pericolo di incorrere in sanzioni e denunce e, anzi, si promuove anche questo aspetto.

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Ma non c’è solo il ruolo dei pescatori come pescatori di plastica, nel provvedimento approvato ci sono anche le indicazioni per mettere in campo tutte quelle risorse in grado di migliorare la conoscenza del mare e la sensibilizzazione senza dimenticare il potenziamento delle strutture che devono ricevere i rifiuti raccolti in mare dai pescherecci per poterli poi indirizzare nella maniera migliore possibile allo smaltimento, senza trasformarli da rifiuti marini in rifiuti terrestri. Nelle dichiarazioni quindi di Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, c’è da ultima una espressione che vogliamo riportare: economia circolare.

Perché riuscire a raccogliere dal mare rifiuti in plastica significa avviare queste sostanze su un percorso di riciclo e non di smaltimento in discarica o di lento deterioramento nell’ambiente. Significa dare alle plastiche una seconda possibilità e ridurre il bisogno di produrne altra ex novo a partire dal petrolio.

Pubblicato da
Valeria Poropat