Rimettendo alla vendita l’orologio di valore in proprio possesso, potrebbe costuituire un’interessante occasione di guadagno. Vediamo come
In talune circostanze, capita di avere in casa degli oggetti alquanto inconsueti per l’uso comune: beni preziosi, magari in oro, custoditi e solo di tanto in tanto rinvenuti come il sacro Graal dal fondo degli armadi di famiglia. Per una donna, può essere una particolare e preziosa collana, un anello o degli orecchini dal valore affettivo, ma soprattuto di pregio. Per l’uomo, estesticamente meno “decorato”, il cerchio si restringe: un braccialetto, oppure un bell’orologio, e – perché no – d’oro.
Non sempre sono possessi che si godono a pieno: le circostanze presso le quali esibire questi oggetti sono scarse, se non assenti; la quotidianità li confina in nome del buon gusto della consuetudine; a volte, sono addirittura una fonte di preoccupazione, in quanto la loro presenza pesa sulla sicurezza di casa; occasionalmente si ragiona della potenziale occasione di correggere qualche situazione economica non proprio eccelsa e si giunge alla conclusione di rivenderli. Ad esempio, quell’orologio d’oro quasi del tutto dimenticato, regalato dal parente carissimo (non è detto che sia un regalo: ogni tanto è lecito togliersi una soddisfazione): quanto può valere?
“Compro oro”, l’orologio al vaglio del bilancino ma non solo
Vendere un orologio d’oro sembra facile in quanto subito si pensa che il materiale di cui è. fatto sia una garanzia di qualità e, ovviamente, di importante quotazione. A ben guardare se ci inoltriamo nel discorso di una valutazione come da manuale, non soltanto occorre conoscere la quotazione dell’oro sul mercato nel momento in cui si vende, ma non bisogna ignorare quei fattori che contribuiscono a una stima corretta e completa.
Già il materiale di fabbricazione dell’orologio non è del tutto un elemento sufficiente, sia pure l’oro o l’acciaio, anche il marchio ha la sua importanza, meglio se prestigioso (Rolex, Pathek Philippe, Cartier, Eberhard & Co.) perché è questo, grazie al prestigio della sua storia e un certo appeal di marketing, che tiene alto l’interesse sul mercato; l’ottimale è essere i proprietari di un pezzo unico, ben conservato, cui un certo pubblico potrebbe essere interessato a tirar fuori molto denaro pur di entrarne in possesso.
Il prezzo ufficiale di vendita prevale prioritariamente sul prezzo di listino, facendo sì che un orologio usato, non più prodotto, possa valere più del modello appena uscito. La realizzazione di un orologio d’oro non è tutta in oro: a parte i modelli di pregio, sugli orologi comuni dello stesso materiale si valuta esclusivamente in base il loro peso, la quantità dell’oro, escludendo quindi la corona, la ghiera, il vetro, il quadrante, il movimento interno e non solo.
Non è nemmeno necessario che l’orologio sia funzionante. Ben altri aspetti sono indispensabili: già da una verifica preliminare, prima di smontarlo, si controllano le punzonature e, sia sulla cassa che sul cinturino, le timbrature con l’indicazione della caratura dell’oro. Il valore dell’oro oscilla, tra l’altro, dal suo colore, che sia giallo, bianco, rosso, rosa. Se il cinturino è in pelle, i punzoni sono assenti.
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Le componenti escluse inizialmente dal peso dell’oggetto – movimento, vetro e corona di fissaggio interna – influiscono sulla valutazione da un altro punto di vista. Il valore cambia se si ha a che fare con un movimento al quarzo, oppure automatico o anche a carica manuale; e poi ci sono le dimensioni; e ancora il vetro, in genere vetro minerale, altre volte in plastica; la corona interna, infine, per fissare il movimento alla cassa.
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La bellezza complessiva contribuisce a generare un altro tipo di valore: il valore collezionistico. Questo interessa se l’orologio viene proposto a un collezionista, un orologiaio o un antiquario; ma ci rivolge per la vendita a un negozio di metalli preziosi, il valore di riferimento è soltanto quello delle componenti in oro dell’orologio, quindi la cassa ed eventualmente il cinturino.