L’annuncio della Apple interrompe la produzione del dispositivo simbolo dell’era d’oro della musica compressa. Di cosa si tratta
La notizia è di quella che fa riaffiorare i ricordi, gli anni di un’età che non tornerà più e ci darà il conto esatto degli anni passati così troppo in fretta. Non è la prima volta che un oggetto si leghi indissolubilmente ad un pugno di anni, che divenga il simbolo di un fenomeno commerciale tradotto in status symbol e, in fondo, rappresenti la testimonianza di un costume, ma in questo caso, squisitamente tecnologico.
Secondo soltanto all’abbigliamento, il mondo della musica sprigiona con altrettanta forza un’energia attrattiva, in special modo nei giovani, capace di iniettare febbrilmente un segno di appartenenza, un simbolo di riconoscimento di una generazione in forma di suoni, ritmi, mode annesse al vestiario e al comportamento. E perché no, anche al modo di ascoltare quelle stesse elettrizzanti note.
Apple: a vent’anni dalla sua nascita, cala il sipario sul dispositivo dei record
Come una generazione abbraccia statisticamente 25 anni di varia umanità, così la musica, nei suoi tanti strumenti di riproduzione ha trovato i suoi dati generazionali: con buona pace delle tecnologia, ogni decade ha il suo. Insomma, è inutile il caso dei “casi” musicali, il vinile. Un supporto che ha contributo, di ritorno, a condizionare esso stesso la produzione musicale di un’epoca; il modo di produrla a partire dal modo di ascoltarla.
Tra gli anni Ottanta e Novanta, è stato poi il turno prima delle audiocassette e poi dei compact disc. In sostanze le nostre case, o quelle dei nostri genitori o degli zii hanno conosciuto prima l’arredo degli impianti stereo per vinile, meglio se d’alta fedeltà (l’hi-fi dotato di giradischi con l’insostituibile puntina, diffusori acustici a tutto watt e amplificatore); dal mangiadischi si è passati al mangianastri, fino alla rivoluzione del lettore CD. Ci saremmo fermati al laser? Niente affatto.
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L’alba del Duemila ha prodotto il suo poderoso salto evolutivo: la musica compressa. Dai solchi ai byte fino al formato mp3, questo sconosciuto; da qui l’Apple è l’insuperabile protagonista del nuovo ascolto musicale: è il 23 ottobre 2001, quando Steve Jobs presenta il primo modello di iPod, il dispositivo che fino ad oggi ha associato l’altissima qualità del suono al design accattivante tipico dell’azienda di Cupertino.
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L’Apple ha infatti annunciato lo stop alla produzione del dispositivo dei sogni, desiderato dagli amanti dell’ascolto fuori casa o durante una corsa di jogging. Oggi tutto questo è meno di una frazione di silicio dentro lo smartphone e l’esperienza di un appassionato di musica è ai nostri giorni sempre più liquida. Più dei nostri ricordi.