Indagine CittadinanzAttiva: stop al voto nelle scuole

Con la tornata elettorale della metà di giugno che si avvicina a grandi passi, riprende la discussione sui modi e soprattutto sui luoghi in cui gli italiani si troveranno ad esprimere la propria preferenza. CittadinanzAttiva ha quindi presentato nella sala stampa della Camera dei Deputati i risultati di un’indagine sui comuni e sulle sedi elettorali

voto nelle scuole
Indagine CittadinanzAttiva sul voto nelle scuole (foto Adobe)

Per portare fuori dalle scuole i seggi elettorali ci sono tutta una serie di ostacoli. Come emerge dal sondaggio cui hanno risposto in totale 191 comuni, in 113 realtà non ci sono ancora spostamenti rispetto alle strutture scolastiche e questi spostamenti non si sono effettuati perché: mancano altri luoghi pubblici o privati che abbiano le caratteristiche adeguate o si trovino in una posizione adeguata, i costi legati all’eventuale realizzazione o manutenzione o affitto delle strutture, gli aspetti burocratici come per esempio la ristampa delle tessere elettorali e la modifica della tua onomastica delle sedi elettorali.

Come ricorda però il comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale dell’associazione, già nel 2020, 471 comuni in tutta Italia sono riusciti a trovare una sede alternativa agli istituti scolastici e altri 78 lo faranno per la prima volta in questa tornata elettorale di giugno. Ma, nonostante questi primi passi avanti, circa l’88% delle sezioni elettorali verrà ancora aperto dentro una scuola.

Nel comunicato, quello che si sottolinea è come il dover creare i seggi elettorali all’interno delle scuole sia un problema per la didattica con l’interruzione di un pubblico servizio essenziale per le comunità. Un servizio che adesso, dopo due anni di pandemia, è veramente fondamentale.

Le richieste che CittadinanzAttiva fa sono al Governo e all’ANCI. Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di CittadinanzAttiva, chiede per esempio che ANCI continui “a sensibilizzare i Comuni perché si facciano promotori di questa campagna“. Quello che invece si chiede al Governo sono nuovi stanziamenti dopo i fondi già proposti e trasformato in legge a maggio scorso.

I fondi già stanziati sono stati richiesti al momento da 117 comuni e, sempre Mandorino chiede anche “che il Ministero dell’Interno e le Prefetture facciano un’operazione di trasparenza sui due milioni stanziati lo scorso anno, rendendo noti i Comuni che hanno effettivamente realizzato lo spostamento, sui fondi utilizzati a tal scopo e su quelli avanzati, sulle sedi alternative trovate così come sui motivi e gli eventuali intoppi che hanno impedito altrove lo spostamento dei seggi“.

Tra le proposte che l’associazione di consumatori fa al Governo una ci sembra particolarmente interessante: l’incremento della digitalizzazione del processo elettorale e quindi il voto elettronico. Con la legge 41/2022 il Governo ha infatti inserito la possibilità di votare anche senza recarsi fisicamente in un seggio elettorale. Stando alle parole di CittadinanzAttiva “il voto elettronico può rappresentare sia un alleggerimento e dunque una diminuzione dei seggi elettorali “stanziali”, sia un incentivo alla partecipazione al voto“.

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