Quattro associazioni tra cui Italia Nostra hanno scritto pubblicamente al CIO per chiedere ufficialmente chi alimenti riguardo i lavori e le ricadute che porteranno alla realizzazione delle infrastrutture per i giochi olimpici invernali di Cortina 2026
La lettera porta le firme oltre che del presidente del consiglio regionale Veneto di Italia Nostra Carmine Abate anche di Giovanna Deppi, portavoce di Peraltrestrade Dolomiti, Marina Mainardi, portavoce del comitato civico Cortina e Mirta da Pra, portavoce del gruppo Parco del Cadore. Nella lettera si fa riferimento in particolare, oltre alla mancanza di “trasparenza” e alla “approssimazione” con cui a quanto pare le attività di organizzazione per i giochi olimpici invernali vengono portate avanti, alla questione proprio del Villaggio Olimpico.
La località scelta per il Villaggio Olimpico, ovvero per le strutture ricettive che devono accogliere atleti e preparatori, si trova in località Fiames, ed è nello specifico tra un corso d’acqua a rischio idraulico è un pendio a rischio geologico. Come se non bastasse anche il centro stampa dovrebbe collocarsi in un’area con un marcato rischio geologico.
Quello che le associazioni vogliono dal CIO è che vengano ascoltate queste voci che provengono dal territorio. La presentazione, si ricorda sempre nella lettera aperta, delle Olimpiadi di Cortina 2026 utilizzava espressioni quali “adozione di standard ambientali, il coinvolgimento degli stakeholders nelle fasi di progettazione, costruzione, realizzazione e ripristino delle opere, le relazioni ambientali con aspetti importanti da monitorare, lo sviluppo sostenibile, la tutela ambientale”.
Ma, questa la critica delle associazioni firmatarie della lettera, sono solo “dichiarazioni di buona volontà“. Soprattutto vengono espresse enormi perplessità riguardo proprio gli aspetti ambientali.
Dentro il dossier che al momento a parte pochi comunicati stampa è l’unico vero documento presentato alla cittadinanza della zona in cui si devono svolgere le Olimpiadi si trovano le valutazioni di impatto ambientale, la valutazione ambientale strategica nazionale e il bilancio del valore ecologico e tutte queste valutazioni “sono in forse o saranno parcellizzate così da depotenziare la loro efficacia”.
È inutile negare che le Olimpiadi di Cortina 2026 sono una occasione per il nostro Paese ma, e in questo ci uniamo alle preoccupazioni espresse da Italia Nostra e dalle altre associazioni firmatarie della lettera aperta al CIO, rischiano di proporsi come un’idea di “business as usual“. Buona parte infatti degli interventi che dovrebbero servire a rendere fruibile durante le olimpiadi la zona di Cortina molto probabilmente non verranno terminati in tempo, andando ad impattare negativamente sull’esperienza delle Olimpiadi, sulla viabilità della zona coinvolta, “sui Giochi e sull’immagine stessa dell’Italia e del CIO”.