Sono tantissime in Italia le persone beneficiarie del Reddito di Cittadinanza ed alcune di queste utilizzano un escamotage per riceverlo sempre
Il Reddito di Cittadinanza è in vigore dal 2019, ovvero da quando il governo Conte ha istituito la misura, voluta fortemente dal Movimento 5 Stelle, per contrastare la povertà in Italia e per favorire l‘inserimento nel mondo del lavoro dei giovani e dei disoccupati. Ad oggi sono tante le forze politiche che però criticano la misura definendola senza sbocchi.
Coloro che usufruiscono del Reddito ricevono un assegno per 18 mesi, mesi nel corso dei quali sarebbero stati presi in carico dai cosiddetti “navigator” e inseriti nel mondo del lavoro. Il massimo di erogazione del Reddito, teoricamente, sarebbe stato di tre anni, periodo entro il quale il beneficiario avrebbe poi trovato lavoro.
Reddito di Cittadinanza, ecco cosa fanno i furbetti
Le cose, però, non hanno preso la giusta piega da momento che l’INPS, in un report, comunica che il 70% delle famiglie beneficiarie del RdC nel 2019 lo erano ancora a fine 2021. Alla scadenza dei 18 mesi sono poi arrivate le domande per una seconda proroga della misura dal momento che per la proroga basta non percepire l’assegno per un mese mantenendo comunque i requisiti economici.
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Coloro che hanno incassato il primo assegno nell’aprile 2019 hanno affrontato lo stop di un mese per il mese di ottobre mentre proprio a maggio 2022 si colloca il secondo stop. E’ quindi prevedibile che a partire dal mese di giugno ci saranno le richieste per un ulteriore rinnovo di altri 18 mesi e quindi fino a novembre 2023.
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A non sorprendere non è nemmeno il numero costante e consistente dei beneficiari del Reddito. Per il ministero del Lavoro c’è una fascia altissima di persone che hanno abbandonato precocemente gli studi (6% senza titolo, 14% licenza elementare, 51% licenza media). Si tratta quindi di persone problematiche da inserire nel mondo del lavoro.
Dal canto suo l’INPS spiega invece che su 100 beneficiari quelli che sono “teoricamente occupabili” sono poco meno di 60. Di questi, ancora, 15 non sono mai stati occupati, 25 lo sono stati in passato, e meno di 20 hanno posizione contributiva recente, in molti casi Naspi e part-time.