Nell’ipotesi di ricorso non sempre è necessario versare il 33% in anticipo nell’attesa della commissione tributaria
Le cartelle esattoriali sono gli strumenti attraverso i quali la pubblica amministrazione notifica l’scrizione a ruolo. Attraverso il ruolo si permette all’amministrazione pubblica di ottenere coattivamente le somme dovute e non erogate dal contribuente come accade, ad esempio, con i pignoramenti.
Tuttavia, il cittadino ha l’opportunità di rigettare l’atto e ricorrere al tribunale preposto in questa materia, ossia la commissione tributaria. Tuttavia, per evitare che il contribuente utilizzi il ricorso per allungare i tempi di pagamento e bloccare gli effetti del ruolo, lo Stato pretende l’anticipo del 33% delle somme iscritte.
Cartelle, le condizioni per evitare l’anticipo
Infatti, in passato si è abusato di questa pratica tesa ad allungare i tempi di pagamento delle cartelle esattoriali. L’anticipo permette comunque allo Stato di incassare una parte della somma richiesta. In caso di vittoria del ricorso questa quota sarà rimborsata al cittadino.
Leggi anche: Agenzia delle Entrate, 1.500€ per spese funebri: come ottenerli
Esiste tuttavia un caso in cui è possibile non pagare l’anticipo del 33% dei versamenti indicati in cartella. E’ lo stesso giudice della commissione a poter concedere questa possibilità a patto, però, che siano presenti due condizioni. Intanto il ricorso deve mettere in evidenza che il cittadino ha buone ragioni per presentarlo e rigettare la cartella di pagamento.
Deve essere chiara la possibilità che ci siano stati degli errori o vizi da parte dell’ente che chiede la riscossione. In molti casi, infatti, sono presenti dei vizi che rendono già abbastanza chiaro l’errore. Il secondo motivo che può facilitare la concessione del risparmio del 33% è la situazione personale del contribuente.
Leggi anche: Agenzia delle Entrate, agli eredi spetta anche questa cifra dallo Stato
Infatti, se il cittadino mostra dati alla mano che quell’anticipo andrebbe a pregiudicare la sua situazione economica, il giudice stesso può evitare al contribuente di versare l’anticipo prima di valutare poi in sede giuridica la questione quando si riunirà la commissione tributaria. Tale situazione è sovente, purtroppo, a causa dei postumi della pandemia che ha messo in difficoltà molte attività.