Ci sono delle novità importanti per quanto riguarda la pensione di reversibilità: ecco chi può riceverla
Quando il nostro coniuge viene a mancare siamo presi dal dolore e dallo sconforto ma, nonostante questo, dobbiamo fare i conti con vari adempimenti burocratici. Tra questi il funerale, il certificato di morte, la comunicazione all’INPS e, nel caso, richiedere poi la pensione di reversibilità.
Tale tipo di pensione per il coniuge superstite non spetta solo a mariti e mogli ma, a determinate condizioni e in percentuali diverse sull’importo originario, anche alle persone separate, divorziate, legate da unioni civili. La pensione spetta poi anche ai figli ed eventualmente ai nipoti.
Pensione reversibilità, ecco a chi spetta e le quote percentuali
Entro la fine del 2022 è prevista la Riforma pensioni che potrebbe portare a dei cambiamenti anche per quanto riguarda la pensione di reversibilità. In attesa di conoscere le novità a tal proposito, ad oggi, possono beneficiare di questo tipo di pensione i coniugi superstiti e gli eredi maggiorenni inabili al lavoro a carico del soggetto deceduto.
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La quota che spetta al coniuge superstite varia a seconda dei casi ed è stabilita in percentuale. Al coniuge solo va il 60%; al coniuge con un figlio l’80% e al coniuge con due o più figli il 100%. Se possono avere la reversibilità esclusivamente i figli o i genitori o i fratelli o le sorelle, la ripartizione è del 70% per un figlio; 80% per due figli; 100% per tre o più figli.
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Nel caso di un genitore superstite la percentuale è del 15%; nel caso di due genitori il 30%; per fratello e sorella il 15% e con due o più fratelli o sorelle il 30%. Come detto la reversibilità spetta anche al coniuge separato o divorziato a condizione che sia titolare dell’assegno divorzile, che non si sia risposato e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.
Hanno quindi diritto a una quota della reversibilità i figli minorenni, quelli inabili al lavoro al momento del decesso del genitore e, in caso di assenza di figli, anche ai nipoti. In assenza o mancanza di diritti da parte del coniuge e dei figli, possono avere la pensione i genitori che al momento della scomparsa dell’assicurato o pensionato abbiano compiuto il 65esimo anno di età, non siano titolari di pensione e siano a carico del lavoratore deceduto.