Il Ministero della Salute effettua controlli continui sui prodotti dei supermercati. Alcuni di essi di conseguenza vengono ritirati dal mercato
La grande industria alimentare si affida molto ai supermercati per raggiungere i consumatori finali. La filiera dalla produzione alla tavola è sempre più lunga, ed ogni passaggio deve essere accuratamente effettuato nel rispetto dei protocolli sanitari. Sia nella fase di produzione che di distribuzione. Questo a tutela del consumatore. Non sono rari i casi in cui in seguito a verifiche sui cibi presenti negli scaffali dei supermercati si siano trovate irregolarità.
Le cause principali sono attribuibili a gestione disfunzionale della temperatura. Ambienti troppo caldi o troppo freddi possono alterare il prodotto e far degradare il cibo prima della data di scadenza. In altri casi il packaging stesso del sottovuoto può non essere integro. In seguito ad analisi sul cibo si sono riscontrate più volte presenze di sostanze tossiche, utilizzate per una lunga conservazione, oltre i limiti consentiti dalla legge. E questo può essere dannoso.
I semi di chia provengono dalla Salvia hispanica, una pianta erbacea appartenente alla stessa famiglia della menta. I semi prodotti, vengono venduti nei supermercati per arricchire i piatti con sostanze nutrienti e benefiche. Sono antiossidanti utili a prevenire la formazione di tumori. Inoltre apportano grassi omega 3 e omega 6 in maniera idonea, così da prevenire processi infiammatori.
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La loro reperibilità non è legata alla stagione, ma si possono trovare sugli scaffali dei supermercati tutto l’anno. Tuttavia, recenti controlli del Ministero della Salute, hanno portato alla luce la presenza di soia nei semi di chia non dichiarata in etichetta. La soia è un forte allergene, che può provocare anche shock anafilattico. Motivo per cui, per legge, gli allergeni pericolosi devono essere sempre indicati in etichetta.
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Il prodotto in questione è la confezione da 250 grammi di semi di chia a marchio “Cucina e Sapori”. La data di scadenza è l’11/06/23. Chi soffre di allergia alla soia non deve assolutamente consumare il prodotto, e può riportarlo al punto vendita ricevendo un rimborso.