Arriva da Legambiente soddisfazione per il primo passo che l’Unione Europea sembra aver voluto compiere per una vera transizione ecologica che elimini i motori e benzina e diesel dal nostro futuro
Trecentotrentanove contro duecentoquarantanove. L’europarlamento ha votato per una revisione dei livelli di Co2 delle nuove autovetture e dei nuovi veicoli commerciali proseguendo sulla strada già intrapresa nel 2021 con il pacchetto Fit for 55.
Non si tratta di una vittoria completa ma neanche di una marcia indietro, anche se la strada da percorrere per arrivare a uno stop completo della produzione e della commercializzazione dei motori endotermici entro il 2035 è ancora piuttosto lunga. Soprattutto perchè occorrerà trovare il modo di far digerire questa data alle grandi case automobilistiche, che a loro volta già lamentano possibili perdite e ricadute occupazionali. Nonostante 500 milioni di miliardi di dollari già stanziati in totale dalle società proprio per la transizione verso l’elettrico.
Di segno opposto le parole con cui Legambiente, attraverso il suo Presidente Nazionale Stefano Ciafani, accoglie questa votazione: “Un’ottima notizia e un primo passo importante anche in nome del green new deal“. Da sottolineare anche come lo stesso Parlamento Europeo sia riuscito a respingere anche la soluzione dei combustibili “verdi” proposti dai produttori ma che nella sostanza non avrebbero impatti importanti in termini di riduzione delle emissioni di Co2 e anzi disperderebbero nell’aria anche NOx, ovvero una combinazione di monossido di azoto e biossido di azoto.
Le auto sono responsabili di circa il 60% delle emissioni di CO2 in Europa e consumano petrolio che viene quasi del tutto importato. Riuscire a fare a meno del petrolio, ridurne il consumo e l’importazione, significa quindi non solo riuscire ad avere città più pulite e meno effetti negativi sulla salute ma anche una maggiore autonomia energetica.
La spinta che deve venire ora alle case automobilistiche, ed è quello che ci auguriamo, è non tanto piangere o minacciare ricadute occupazionali, quanto abbracciare davvero la transizione, con la consapevolezza che il modello dell’auto endotermica non è più sostenibile, che l’inquinamento con i paraocchi non è più praticabile, e che se non ci muoviamo tutti verso un futuro diverso non ci sarà un futuro verso cui andare. Nè con il motore a scoppio nè con quello a carbonella.