Busta paga, a quanto ammonta di preciso il TFR?

Il TFR è una delle voci più importanti della busta paga. Per conoscere il suo ammontare bisogna leggere con attenzione il documento

Busta paga calcolo
Busta paga TFR (Foto Adobe)

La busta paga, o cedolino, è il documento mensile che il datore di lavoro consegna al dipendente, relativo alla retribuzione percepita. Contiene informazioni rilevanti come l’intestazione dell’azienda, la matricola INPS, i dati personali del dipendente (cognome, nome, codice fiscale, residenza).

Queste informazioni sono collocate nella parte alta della busta paga. Nella parte centrale, o corpo, si trovano le informazioni relative alla retribuzione lorda, ai permessi, alle ferie godute, ai premi, ai bonus, alla cassa integrazione, agli indennizzi di malattia, alle assenze.

Qual è l’ammontare del trattamento di fine rapporto (TFR)? Dove si può leggere?

Busta paga calcolo
Calcolo TFR busta paga (Foto Adobe)

Nella parte concusiva del cedolino, o parte bassa, compaiono le trattenute (tasse e contributi a carico del lavoratore), le detrazioni, il trattamento di fine rapporto (il TFR, spettante al dipendente nel momento in cui terminano i rapporti professionali con il datore di lavoro) e la retribuzione mensile netta.

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Per indicare la liquidazione sono presenti varie voci: la retribuzione utile al calcolo del TFR (la paga mensile non sempre corrisponde con quella utile al calcolo del trattamento stesso), il TFR maturato nel singolo mese, il totale TFR al 31 dicembre precedente (nella casella Fondo TFR al 31/12), il totale del TFR nell’anno in corso, la rivalutazione del trattamento di fine rapporto, il trattattamento a fondi, cioè quanto il lavoratore dispone per un fondo pensione, gli anticipi, quanto il dipendente ha già ottenuto del TFR maturato.

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Il calcolo del trattamento di fine rapporto non è semplice. L’ammontare della liquidazione si ottiene sommando, per ogni anno di lavoro, una cifra pari alla retribuzione annua lorda (RAL) divisa per 13,5. Poi, a questo importo, si sottrae lo 0,5% della retribuzione annua lorda, che serve a sostenere il Fondo Adeguamento Pensioni (FAP). Il risultato va infine rivalutato sulla base di un coefficiente fisso dell’1,5% e di un tasso variabile pari al 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo indicato dall’ISTAT. Un conteggio tutt’altro che agevole, con evidenti possibilità di errore per i non esperti.

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