La cittadinanza “a punteggio” sotto la lente del Garante per la privacy

Il forte rischio è che si creino profilazioni positive e negative dei cittadini. Il Garante per la privacy ha avviato tre istruttorie

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Cittadinanza a punteggio (Foto Unsplash)

Che le pratiche virtuose ad opera di cittadini diligenti e sensibili debbano essere lodate è inopinabile. Ma come ogni modello basato su forme discriminatorie, nell’accezione originaria di separazione, esiste un forte rischio che a farne le spese siano i cittadini più vulnerabili. Il Garante per la privacy ha acceso i riflettori su tre particolari iniziative locali, avviando altrettante istruttorie di valutazione.

La prima riguarda “Progetto Pollicino”, promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, dal Ministero della transizione ecologica e dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. E’ un’indagine statistica finalizzata ad esaminare la mobilità locale. Il cittadino può aderire su base volontaria condividendo i propri dati, come sottolinea il Garante “apparentemente in forma anonima”. E qui sorge il primo dubbio. Il cittadino virtuoso al termine del sondaggio, riceverà premi offerti dai partner privati del Progetto. E’ chiaro che l’appeal del premio non è di poco conto. Il GDPR è interessato a conoscere le modalità di trattamento dei dati personali ed il funzionamento dell’App.

La seconda istruttoria è stata avviata ugualmente nei confronti del Comune di Bologna. Un’iniziativa dell’ente locale prevede che i cittadini, su base volontaria, possano aderire ad un sistema di “wallet” – portafoglio – su cui accumulare crediti da spendere in premi ed incentivi. Le iniziative premiali riguardano ambiti di sostenibilità ambientale, cultura e sport.

L’ultimo procedimento è avviato nei confronti del Comune di Fidenza. Con un regolamento proprio, l’ente locale aveva introdotto una “carta dell’assegnatario”. In sostanza l’assegnazione di edilizia residenziale pubblica sarebbe basata su un sistema di scoring dei comportamenti da parte degli assegnatari. Questa “graduatoria” porterebbe a premi e sanzioni, fino alla risoluzione – decadenza – del contratto di locazione.

Chi si può arrogare il diritto di valutare dei comportamenti? E’ un’operazione che dovrebbe essere prerogativa esclusiva dell’Autorità giudiziaria in caso di illeciti. Il rischio dello scoring, anche se atto a promuovere comportamenti virtuosi, è la creazione di una categoria di cittadini di serie A ed una di serie B. Con le possibili ripercussioni che da questa selezione possono scaturire. I cittadini per essere riconosciuti come tali devono essere tutti uguali di fronte alla legge.

Il Garante, “nel richiamare tutti gli enti locali a valutare con la massima attenzione eventuali future adozioni di progetti di “social scoring” o sue derivazioni, il Garante ribadisce la necessità che queste iniziative siano sempre e comunque anticipate da puntuali valutazioni di impatto e rispettino i principi fondamentali del Regolamento Ue”.

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