È stato pubblicato da Arera sul proprio sito ufficiale la comunicazione della trasmissione a Governo e Parlamento del monitoraggio relativo ai contratti di approvvigionamento del gas. Nel comunicato anche una raccomandazione per un utilizzo oculato degli eventuali extraprofitti generati dai provvedimenti fiscali.
Arera ha condotto la sua analisi cercando in particolare di verificare quella che nel comunicato viene definita “coerenza tra i costi di importazione, i prezzi all’ingrosso e i costi di approvvigionamento del gas naturale“, una coerenza che è quindi da intendersi come verifica di eventuali comportamenti speculativi nel corso delle varie tappe della filiera di approvvigionamento di questa materia prima, che si è trasformata nell’ennesima tegola sulla testa dei consumatori.
Riuscire a tenere sotto controllo i prezzi del gas nel momento in cui le aziende se ne approvvigionano è importante non soltanto per quelli che poi sono i costi finali sulle bollette energetiche ma anche sui costi di produzione di beni e servizi. Tutto questo ha ricadute importanti sulla vita di tutti i giorni ed è quindi indispensabile che vengano attuate tutte le misure di controllo possibili, a partire dal prezzo iniziale indicato nel momento della stipula dei contratti di approvvigionamento, soprattutto perché in questi contratti sono anche previste formule automatiche di aggiornamento dei prezzi stessi.
Ovviamente se vengono attivati gli strumenti di aggiornamento dei prezzi di approvvigionamento il prezzo finale del gas aumenta, perché aumentano i costi per le società che lo importano e che quindi in qualche modo devono rientrare delle spese maggiori. L’analisi di Arera ha anche confrontato i dati relativi ai prezzi del gas sia a livello nazionale italiano sia a livello europeo per verificarne la coerenza complessiva e andare, di nuovo, a individuare eventuali comportamenti non corretti.
La filiera che porta il gas dai Paesi che estraggono ai Paesi che lo lo consumano genera comunque con un effetto domino una serie di margini di profitto in cui l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente suggerisce di individuare anche degli “extra”.
Il nostro Governo si è già attivato per utilizzare parte degli ormai famosi “extra profitti” generati dall’energia ma anche alla luce del nuovo piano europeo RepowerEU, Arera suggerisce che questi ricavi infra-marginali molto elevati vengano in parte reindirizzati non alle imprese sotto forma di eventuali sconti o bonus ma direttamente ai clienti finali, ovvero ai consumatori che si trovano in fondo alla filiera e per questo pagano in assoluto il prezzo più alto che si è generato nei diversi passaggi.
A margine della comunicazione inviata da Arera a Governo e Parlamento ci sentiamo in dovere di riportare comunque anche una piccola parte del testo del provvedimento europeo RepowerEU, soprattutto perché il testo del provvedimento è stato un altro momento con cui l’Unione Europea ha ribadito il proprio impegno verso la transizione ecologica ed è bene conoscere gli impegni che come UE prendiamo per poi poter pretendere come cittadini UE che gli impegni vengano rispettati: “REPowerEU mira a ridurre rapidamente la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi imprimendo un’accelerazione alla transizione verso l’energia pulita e unendo le forze per giungere a un sistema energetico più resiliente e a una vera Unione dell’energia“.